NAPOLI – Nel pieno della rivoluzione digitale si sta assistendo ad un ritorno ai vecchi mestieri da parte delle nuove generazioni. La rivoluzione dell’artigianato parte da manualità e creatività: professioni qualificate in grado di offrire rilevanti opportunità occupazionali, anche se spesso considerate come seconda scelta nei percorsi accademici dei giovanissimi. Un esempio è l’arte dell’incisione a mano su cameo che sta vivendo una grande riscoperta da parte dei più giovani: una tradizione secolare di Torre del Greco dove sono presenti famiglie che da generazioni tramandano i segreti di questa antica tecnica di lavorazione. Alla tradizione orale e alle lavorazioni in bottega, si è affiancato l’istituto scolastico Francesco Degni che dal 1878 (uno dei più antichi di tutta Italia) forma gli studenti che vogliono intraprendere una carriera all’insegna della progettazione e produzione artistica dei gioielli. Un’eccellenza del territorio torrese dove grazie a laboratori d’incisione è possibile sviluppare le conoscenze tecniche e le abilità manuali per applicarsi in queste antiche lavorazioni su conchiglia e corallo. “Notiamo un’importante riscoperta per questa tipologia di indirizzo di studi e di lavori artigianali legati alla tradizione del territorio torrese – spiega Benedetta Rosan, Dirigente Scolastica dell’Istituto Francesco Degni– Noi manteniamo un numero standard di iscritti visto che abbiamo 6 classi con al massimo 25 alunni. Negli ultimi anni abbiamo notato un aumento di richieste ma abbiamo difficoltà ad accoglierle tutte: il nostro istituto è all’interno di un edificio storico e di conseguenza abbiamo un numero contenuto di aule”. Una situazione che si contrappone alla condizione di difficoltà che sta attraversando il mercato del lavoro regionale: secondo il “Rapporto PMI” Campania elaborato dal Centro Studi Campania di Confindustria, i Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione/formazione) sono il 34,5% mentre la disoccupazione giovanile arriva al 48%. Dall’altra parte, invece, si evidenzia la carenza di personale per le mansioni altamente specializzate: secondo il bollettino di luglio 2022 (elaborato da Unioncamere-ANPAL, Sistema Informativo Excelsior) le aziende campane hanno avuto una difficoltà di reperimento dei profili richiesti del 34% dovuto sia a mancanza di candidati, sia a preparazione inadeguata. In sostanza si fa fatica a trovare oltre un lavoratore su tre.

L’arte dell’incisione a cameo rappresenta una tradizione secolare unica e peculiare del territorio torrese ma conosciuta e apprezzata in tutto il mondo nei diversi ambiti della creatività, fino al design, alla moda e all’arte contemporanea. Proprio per questi motivi è stato promosso da Assocoral (l’associazione nazionale produttori di corallo e cammei) e sostenuta da tutta la categoria, le istituzioni e la società torrese un comitato per candidare questa artigianalità a “Patrimonio Culturale Immateriale Unesco”: quest’arte, infatti, unisce passato e modernità, tradizione e creatività per la realizzazione di gioielli unici e apprezzati in tutto il mondo come dimostra il successo internazionale di Cameo Italiano, azienda leader specializzata nella creazione di camei su conchiglia che realizza oltre il 75% del suo fatturato all’estero: “Ogni gioiello che creiamo è unico e irripetibile: stiamo parlando di una tecnica di lavorazione che è la stessa da oltre cent’anni che ripercorre valori e tradizioni della nostra terra – racconta Gino Di Luca, fondatore di Cameo Italiano – In un mondo dove la digitalizzazione e l’industrializzazione del gioiello hanno portato sul mercato oggetti prodotti in serie tutti uguali, il cameo di Torre del Greco rappresenta cultura, identità e unicità: è la rivincita del lavoro artigianale, dell’incisione a mano e della creatività”. All’interno di Cameo Italiano sono presenti oltre 40 maestri incisori e per ogni nuovo assunto è previsto un periodo di affiancamento: grazie a questo percorso strutturato di crescita professionale, i ragazzi potranno imparare da vicino le tecniche di lavorazione e l’uso degli strumenti tecnici prima di diventare a tutti gli effetti dei maestri incisori e realizzare le proprie creazioni che poi saranno vendute in tutto il mondo. “È fondamentale intraprendere un percorso condiviso assieme agli istituti scolastici che possa portare all’incontro formativo tra le imprese artigiane del territorio e i giovani favorendo, al tempo stesso, l’occupazione – prosegue Gino Di Luca – È davvero gratificante vedere come questi ragazzi stiano riscoprendo questo patrimonio culturale sperimentando e creando gioielli per le nuove generazioni, rendendo questa forma d’arte moderna e sempre di più prêt-à-porter”.

L’arte della lavorazione del cameo e Torre del Greco: un legame indissolubile che nasce alla fine del XIX secolo con la nascita dell’Istituto Statale d’Arte (l’attuale Francesco Degni) per volontà dei Borboni per rispondere alle esigenze di diffondere e tramandare l’arte e i valori di un prodotto artigianale unico. “I ragazzi hanno molta voglia di imparare e di mettersi alla prova in queste materie tecniche che li costringono a lavorare seduti anche 3-4 ore. Siamo alla completa antitesi se pensiamo ai giovanissimi di oggi freneticamente in movimento, felicemente distratti e sempre con lo smartphone in mano – afferma Ciro Mazza, professore di design del gioiello – Una riscoperta anche dei valori e delle origini torresi visto che in città abbiamo generazioni di famiglie di incisori: mio padre, ad esempio, ha 83 anni e ancora lavora al banco della bottega come maestro incisore”. L’obiettivo dell’istituto è quello di fornire agli allievi un percorso di studi qualificato per proseguire nel percorso accademico universitario di Belle Arti o per un immediato inserimento nel tessuto produttivo del territorio locale visto che a Marcianise è presente il polo orafo produttivo Oromare composto da 120 aziende. Come per molte imprese sul territorio anche la storia di Cameo Italiano racconta un’azienda familiare di Torre del Greco che lega tre generazioni al mare, alla terra e all’arte dell’incisione a cameo: “Nel 1957 mio padre Michele ha portato l’unicità delle nostre creazioni nel panorama internazionale conquistando all’inizio i mercati esteri di Stati Uniti e Giappone e ricevendo la medaglia d’oro dalla Regione Campania per aver contribuito allo sviluppo economico della Regione – racconta Gino Di Luca – A distanza di 65 anni il nostro progetto vuole portare il cameo fuori dai tradizionali schemi di classicismo, portando le tecniche del passato al servizio dell’innovazione per un lusso accessibile anche se non soprattutto per le nuove generazioni”.

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