NAPOLI – E’ stato arrestato questo pomeriggio a Chiaiano, quartiere a Nord di Napoli, Marco di Lauro.

Il super latitante, secondo nella lista tra i ricercati più pericolosi d’Italia dopo Matteo Messina Denaro, è stato individuato in unappartamento, in via Emilio Scaglione 234, a pochi chilometri dalla Sua Scampia, il “regno” che fu del padre e da cui lui scappò nel 2004, quando sfuggiì ad un maxi blitz delle forze dell’ordine.

L’ultimo rampollo della famiglia Di Lauro era, infatti, latitante da 14 anni.

Quarto figlio di Ciruzzo ‘o Milionario, da oggi raggiunge in carcere con l’accusa di ergastolo per l’omicidio dell’innocente Attilio Romanò, il padre Paolo, il fratello Cosimo (attualmente detenuto al regime ex art. 41-bis nel supercarcere di Cuneo), Nunzio e Antonio.

Gli altri 4 tra fratelli e sorelle sono in libertà o incensurati.

Catturato il superlatitante di camorra Marco Di Lauro, grazie a un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri: lo rende noto il titolare del Viminale Matteo Salvini che fa i complimenti alle forze dell’ordine.

“Dopo l’arresto di un terrorista algerino dell’Isis – afferma – mettono a segno un’altra operazione importantissima. Nessuna tregua ai criminali”.

Alla vista delle forze dell’ordine non ha opposto resistenza.

Complimenti alle forze dell’ordine anche dal sindaco De Magistris: “Complimenti a Polizia di Stato, Carabinieri e Magistratura per l’arresto del latitante Marco Di Lauro. La lotta alla camorra è al centro dell’azione dello Stato nella nostra Città”.

“La cattura di Marco Di Lauro, uno dei criminali più feroci del Paese, latitante da 14 anni, è un traguardo straordinario per il quale voglio ringraziare donne e uomini delle forze dell’ordine che sono riusciti ad assicurarlo alla giustizia.

Oggi è davvero una gran bella giornata per tutti coloro che combattono la camorra e le piccole e grandi illegalità”.

Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.

“Peccato che a macchiare la festa per questa straordinaria cattura ci abbiano pensato i soliti imbecilli del web – prosegue Borrelli – che hanno il coraggio di inneggiare e difendere il boss.

E’ la prova che bisogna fare ancora molta strada per sconfiggere la cultura camorrista che alberga ancora in tante realtà della nostra comunità. Ma noi non molleremo”.

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