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Pizzeria Starita sceglie una carta di “vini Naturali “per tutto il Gruppo

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NAPOLI – Pizzeria Starita, iconico Gruppo nato a Materdei (Napoli) nel 1901, presenta una nuova carta di vini naturali da abbinare alle pizze della tradizione e alle contemporanee per evidenziare la ricerca del territorio e della qualità.

È stato un lavoro iniziato un anno fa- dichiara Giuseppe Starita imprenditore e pizzaiolo di tutto il Gruppo– Grazie a Claudia Troili, General Manager Starita che cura e coordina le attività on line e off line per lo sviluppo del brand, siamo partiti dal concetto che i vini naturali esaltano le caratteristiche del terroir da cui provengono. Dichiara Giuseppe Starita -Noi vogliamo essere fuori Doc, non vogliamo omologarci cadendo nella standardizzazione del gusto mancando così di personalità. Starita ha scelto una sua strada rimanendo fedele a sé stessa. Significativo è il nostro claim: Non è Margherita è Starita.

La nostra pizza margherita è infatti un simbolo dell’innovazione nei confronti del gusto. Alla ricetta tradizionale aggiungiamo del pecorino romano Dop negli ingredienti.

Starita crede nel valore della qualità “etica” come chiave per lo sviluppo sociale della ristorazione. La qualità e la scelta della “migliore materia prima” è sempre stato un punto di partenza per tutto il Gruppo.

Giuseppe Starita e il suo team hanno sviluppato per Napoli una carta creata dalla visione personale delle migliori etichette dotate di uno sguardo agricolo etico e contemporaneo, a cominciare dalle eccellenze campane.

La collaborazione con la famosa Cantina Giardino di Ariano Irpino e il loro vino Paski prodotto con uve Coda di Volpe oppure con la selezione della Falanghina Cese, della cantina Fosso degli Angeli, ne sono un esempio.

E ancora la scelta di avere un vitigno storico e caratteristico come il partenopeo Asprinio, prodotto esemplarmente dalla cantina casertana Aia delle Monache.

Per diversificare i territori: una Falanghina macerata della giovanissima cantina Napoletana Sang, Attupertù, o il Paestum Primitivo IGT, A’primo, della cantina Barone o il Taurasi avellinese, della cantina Enza.

In carta anche la presenza di altri territori, al di fuori della Campania, come la cantina Crespaia, referenza del territorio Fanese a nord delle marche, con il suo vino Chiaraluce 2021, vino superiore prodotto utilizzando il 100% del vitigno autoctono Bianchello e infine la presenza di alcune referenze spagnole importate dalla distribuzione di Forlì Gitana Wines con il vitigno spagnolo Verdejo e il vino La resistencia Activa.

 

Il founder di Gitana Wines Luca Cammarata, è partner di Starita per la selezione dei vini nei vari punti vendita e all’estero e crede fermamente nel concetto che: Il vino naturale è un movimento agricolo che tutela tutto il processo di creazione di un vino, dai prodotti di sintesi chimica. Combatte l’omologazione del gusto. Crede nelle singolarità dell’annata e vede l’uomo come interprete del terroir e dei vitigni che presidia.

 

Sono molto orgoglioso della scelta che abbiamo intrapreso che parte da Napoli, la nostra casa, ma si svilupperà in tutti i locali Italiani di Starita con una preponderanza nella scelta dei vini Campani.

Ho appoggiato immediatamente il progetto che sposa il concetto della qualità senza compromessi, la stessa filosofia del nostro Gruppo. Ribadisce Giuseppe Starita.

 

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