NAPOLI – Nuovo primato mondiale alla clinica Mediterranea di Napoli nel campo della cura dello scompenso cardiaco con un particolare impianto di defibrillatore ad un paziente affetto da una rara malattia congenita.

Pochi giorni fa è stato effettuato con successo un delicato intevento ad un giovane di 50 anni affetto da grave scompenso cardiaco causato da una rara malattia congenita, la trasposizione corretta dei grossi vasi, che gli aveva causato l’inversione dei due ventricoli ed un blocco elettrico al cuore.
Questa condizione richiedeva l’impianto di un defibrillatore biventricolare, ossia di un defibrillatore dotato di tre fili, uno per l’atrio destro, uno per il ventricolo destro e l’altro per il ventricolo sinistro.
Alcuni anni prima era stato già tentato l’intervento di posizionamento del defibrillatore, presso un’altra struttura campana specializzata nelle malattie cardiache, ma, a causa della complessa anatomia e dell’assenza di passaggi per raggiungere il punto giusto, era stato impossibile posizionare il filo nel ventricolo sinistro.
Il paziente era pertanto vissuto fino ad oggi con un defibrillatore dotato di soli due fili, uno collegato all’atrio destro ed uno al solo ventricolo destro. Per questo motivo il suo ventricolo sinistro, non stimolato, si era aggravato ulteriormente.
Rivoltosi alla Mediterranea su suggerimento del proprio cardiologo di fiducia, il paziente è stato sottoposto ad una serie di esami per caratterizzare la sua anatomia cardiaca e poi sottoposto dal Dott. Giuseppe De Martino ad un delicato intervento, l’impianto di elettrodo transapicale, intervento che si effettua nel Sud Italia solo in clinica Mediterranea e che è la prima volta al mondo che è stato tentato su un paziente con una simile cardiopatia congenita.
L’intevento è durato circa un’ora e mezza ed ha avuto buon esito. Il paziente sta bene ed è prossimo alla dimissione.
《La tecnica di impianto di elettro-catetere transapicale – spiega il dott. Giuseppe De Martino, responsabile di Elettrofisiologia della Clinica Mediterranea di Napoli – e’ un intevento che utilizziamo in quei casi in cui bisogna impiantare un defibrillatore biventricolare ed uno dei tre fili non può essere impiantato a causa di un decorso anomalo del seno coronarico, la vena che bisogna navigare per poter raggiungere la parete del ventricolo sinistro. In questi casi la nostra tecnica prevede di aggirare l’ostacolo attraverso un piccolo taglio di 3 cm sul torace in corrispondenza della punta del cuore. Una volta esposta chirurgicamente la punta essa viene punta con un ago attraverso il quale si inserisce un elettrocatetere che viene poi avvitato sulla parete del cuore e che serve a stimolare il ventricolosinistro ed a farlo funzionare meglio. Il mio gruppo è l’unico ad effettuare in tutto il Sud Italia questo intevento ed in Italia esistono solo altri due centri al Nord che lo praticano. Esso è molto utile perché ci consente di poter garantire un 100% di successo nella resincronizzazione del paziente con scompenso cardiaco, laddove con la tecnica di impianto tradizionale, quella che prevede solo la strada delle vene del seno coronarico, la percentuale di successo si ferma al 70%.
Grazie alla nostra ampia esperienza accumulata in questo ambito abbiamo adattato la tecnica transapicale anche a questo giovane paziente affetto da trasposizione corretta dei grossi vasi. Nel suo caso tutto è stato più complesso perché era la prima volta al mondo che si tentava un simile approccio e perché il ventricolo sul quale abbiamo operato era un ventricolo tecnicamente definibile “destro sistemico”, ossia, in parole più semplici, estremamente assottigliato e debole. Il successo di questo particolare intervento è anche merito del gruppo di lavoro multidisciplinare che si è creato in Mediterranea, con la dott.ssa Mariateresa Librera, responsabile del Laboratorio di ecocardiografia ed il dott Maurizio Romano, responsabile del servizio di Radiologia che insieme hanno effettuato, prima del mio intervento, una minuziosa ricostruzione in 3D della complessa anatomia cardiaca, cosa questa che mi ha molro aiutato durante le varie fasi dell’operazione. Un ringraziamento va anche al dott. Giampiero Esposito, responsabile della cardiochirurgia ed al suo aiuto Marco Franciulli, che mi supportano costantemente in sala per la parte degli accessi toracici in tutti i tanti inteventi ibridi per la cura delle aritmie e dello scompenso he facciamo quotidianamente in Mediterranea. Infine un ringraziamento va anche al nostro gruppo di anestesisti, guidato dalla dottssa Rita Monti che ci consente di approcciare con maggiore tranquillità anche pazienti delicati come questo e di gestirli nel postoperatorio in modo adeguato alla loro complessità》

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