NAPOLI – Sulla base dell’atto di indirizzo varato dalla Regione Campania per la prevenzione, gestione e presa in carico del paziente con fratture da fragilità, circa 100 tra specialisti ed esperti del nostro territorio hanno lavorato per oltre un anno con l’obiettivo di definire specifiche strategie di intervento per arginare danni e conseguenze della malattia osteoporotica.

Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese sono circa 4milioni (circa 28 milioni in Europa) le persone con osteoporosi che nella fascia d’età tra i 50 e gli 84 anni colpisce circa il 21% delle donne e il 6% degli uomini, e tra gli over 84 praticamente la metà della popolazione femminile. In estrema sintesi, in Italia, dopo i 50 anni circa la metà delle donne e circa un quarto degli uomini rischiano di subire una frattura. Numeri enormi, in aumento progressivo in ragione dell’invecchiamento della popolazione e anche di abitudini errate quali fumo, sottopeso, cattivo regime alimentare, come ricorda l’astronauta Samantha Cristoforetti in uno spot realizzato in collaborazione da Iof- Fondazione internazionale osteoporosi e Esa- Agenzia spaziale europea.

“L’osteoporosi – spiegano gli esperti – è caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea che espone a rischio di frattura anche per un semplice urto. Si tratta di una malattia molto subdola, perché fino alla frattura non presenta alcun sintomo, che determina disabilità, perdita di autonomia, fin troppo spesso, la morte del paziente per le complicanze”. Per questo in ambito clinico l’osteoporosi viene definita “epidemia silenziosa”, che ha esiti devastanti sia in termini di salute sia, anche, di ricadute economiche sulle famiglie prima ancora che sul Servizio Sanitario: basti pensare alle fratture femorali che portano alla morte circa 1 paziente su 3 nel giro di un anno, mentre quelli che sopravvivono in quasi il 40% dei casi necessitano di assistenza per la mobilità. “Per quanto in larga misura prevedibile, sulla base di una serie di fattori e situazioni ben note ai clinici – dicono gli esperti che hanno lavorato al progetto – l’osteoporosi ancora oggi viene diagnosticata con notevole ritardo e non registra un’adeguata gestione, sia perché le troppe competenze specialistiche convergenti non dispongono di canali per il dialogo, sia per l’assenza di precise linee guida”. Basandosi quindi sul lavoro fatto dalla Regione Campania con l’Atto di indirizzo per le Fratture da fragilità e partendo dalla positiva esperienza del programma OSTEONET realizzato poco prima della pandemia dall’Azienda ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, gli esperti delle diverse discipline (ortopedici, ma anche endocrinologi, ginecologi, geriatri, cardiologi, nefrologi, fisiatri etc.) con il supporto redazionale della Saniprogest, società napoletana di consulenza tecnica e manageriale in ambito sanitario, hanno stilato un documento condiviso che punta a fornire una risposta efficace ed efficiente all’esigenza di salvaguardare la salute e la qualità della vita dei pazienti affetti da osteoporosi e delle loro famiglie ed anche per razionalizzare le risorse complessive del sistema sanitario campano.

Monitoraggio epidemiologico, stretto coordinamento tra i diversi attori coinvolti nella gestione del paziente e con la medicina territoriale, implementazione di Centri di riferimento territoriali e precise linee guida per intercettare i pazienti a rischio ed avviarli al miglior percorso di prevenzione e terapia, sono i punti principali del documento che, nel corso di un incontro in programma all’Auditorium della regione Campania (Isola C3, Centro Direzionale) martedì prossimo, 14 giugno, a partire dalle ore 9.30, sarà messo a disposizione di operatori sanitari e referenti istituzionali con l’auspicio che la regione si doti di un PDTA- percorso diagnostico terapeutico dedicato.

All’incontro, con i responsabili della Regione Campania, interverranno i massimi esperti delle diverse discipline coinvolti nella gestione dei pazienti con osteoporosi.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments