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Napoli

Rione Terra, il sindaco di Pozzuoli: “Ecco come stanno le cose”

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POZZUOLI – “Il contenuto dell’interrogazione parlamentare appare fuorviante ed anacronistico, oltre che frutto della mancata piena conoscenza del costante impegno dell’amministrazione, volto alla valorizzazione dell’antica rocca della città sia come bene in sé sia come volano di sviluppo economico e sociale del territorio e dell’intera area flegrea. In tale prospettiva, questa amministrazione non si è mai sottratta al confronto democratico su qualsiasi questione fosse prospettata ed appare mortificante la velata accusa di non aver ascoltato le esigenze dei cittadini laddove da oltre venti anni si è avuto il solo scopo di dare dignità e visibilità alla Città di Pozzuoli ed alla sua rocca storica”.
Lo scrive in una nota indirizzata alla Prefettura di Napoli il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia in risposta all’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata Doriana Sarli il 24 marzo scorso che chiedeva al Governo se non ritenesse che “l’affidamento ad un solo concessionario della gestione della valorizzazione del Rione Terra possa porre le basi per una privatizzazione e una non adeguata tutela del patrimonio pubblico”. Dopo aver elencato i vari atti del procedimento amministrativo avviato nel 2001 – dall’Accordo di Programma al Bando internazionale per la gestione e valorizzazione della rocca, passando per lo studio di fattibilità dell’Agenzia del Demanio, per i vari momenti di confronto e discussione in città e nel consiglio comunale e per la realizzazione di un logo identificativo – il primo cittadino controbatte punto per punto i rilievi mossi nell’interrogazione. In particolare, l’appello proposto “solo ad ottobre 2021” da centinaia di cittadini circa “la partecipazione della comunità alla valorizzazione del centro”, viene definito “tardivo, strumentale ed estemporaneo”, visti i vari momenti di confronto pubblico e il libero accesso agli atti con la possibilità che ogni cittadino ha di “interloquire con l’amministrazione nelle forme e nei modi previsti dalla legge, così come hanno peraltro fatto tanti altri abitanti del territorio”. Inoltre, il fatto che “il bando non riserva alla città alcun momento di verifica sull’attività del concessionario”, come sostenuto nell’interrogazione parlamentare, “non corrisponde alle previsioni degli atti di gara, che prevedono in ogni momento della vita amministrativa della concessione di valorizzazione, la richiesta attività di verifica”. Anzi, afferma il sindaco Figliolia, “tale attività è già stata avviata ancor prima dell’affidamento per garantire l’affidabilità del Piano Economico Finanziario dell’operatore economico che al momento ha presentato la migliore offerta”. Le iniziative volontarie da incoraggiare, piuttosto, “devono essere quelle alle quali fa riferimento la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società”, cosa che “questa amministrazione ha di fatto coltivato, anche prima della richiamata Convenzione, indirizzando le proprie decisioni nella direzione di tutelare il diritto alla conservazione dell’eredità culturale”. E in ogni caso “continueremo a sollecitare e stimolare – aggiunge il primo cittadino – ogni ulteriore iniziativa volta a garantire e a migliorare l’accesso alla identità culturale, arricchendo i processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale e di pianificazione dell’uso del territorio”.
Infine, per ciò che concerne la congruità del canone annuo di concessione, il sindaco suggerisce di “leggere con attenzione il Piano Economico Finanziario posto tra i documenti a base di gara: una copia dello stesso può essere chiesta al Ministero dell’Economia e delle Finanze che vigila e detta gli indirizzi all’Agenzia del Demanio che ne ha curato la stesura”.

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