NAPOLI – Iniziano oggi e continueranno fino al 29 novembre presso il Palazzo Reale le giornate Unesco nella città Partenope. Giornate Unesco che serviranno alla valorizzazione del Patrimonio storico e culturale.

Questo il saluto del Sindaco Gaetano Manfredi: “Il più caldo benvenuto da me, dalla città di Napoli e dai napoletani che rappresento. È un onore per noi ospitare la “Conferenza UNESCO sul Patrimonio Culturale nel 21esimo secolo” e celebrare con voi il 50esimo anniversario della Convenzione del Patrimonio Mondiale del 1972 e il 20esimo anniversario della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale del 2003.

Posso dirvi con orgoglio che Napoli è la città ideale per ospitare questa Conferenza. La città, con il suo centro storico dichiarato sito patrimonio mondiale nel 1995, rappresenta per natura e storia il luogo che cerca di tenere insieme i principi fondamentali di entrambe le convenzioni, mescolando gli aspetti materiali e immateriali della cultura in un’unica vibrante e dinamica dimensione.

Il centro storico di Napoli è infatti uno dei pochi al mondo ad essere un centro millenario ancora abitato e ad alta densità abitativa (tra le più alte in Europa); le pratiche culturali che lo caratterizzano sono l’essenza della città, un centro che cerca di resistere all’appiattimento culturale spesso conseguenza della crescente minaccia dell’overtourism.

Il centro storico resiste anche grazie alla coesione sociale e interculturale che le comunità abitanti si impegnano a garantire, costruendo un modello urbano e sociale che, pur non immune alla marginalizzazione e alla povertà, è vivo e resiliente.
Il Centro storico di Napoli mantiene la sua identità dalle molteplici sfaccettature proprio attraverso la convergenza di aspetti materiali e immateriali del suo patrimonio.
Consideriamo l’arte dei Pizzaioli Napoletani, dichiarata patrimonio mondiale UNESCO nel 2017, che caratterizza l’atmosfera di tutta la città, mostrando le qualità, la gestualità, la manualità di un sapere trasmesso di generazione in generazione per secoli.

Questa intersezione tra materialità e immaterialità del patrimonio culturale la troviamo anche nell’arte del Presepe, la rappresentazione della Natività. Questi artisti, che lavorano con tecniche di un sapere millenario, non isolano la loro arte dalla vita cittadina, anzi la rendono parte di essa. In più il Presepe non è solo una rappresentazione plastica della Natività e un simbolo del Natale, ma un modo per leggere e tradurre la realtà, interpretando la storia del mondo con tutti i suoi protagonisti e personaggi; è lo specchio della società, la narrazione della vita quotidiana, proprio come quella napoletana.

In questo contesto, emergono dinamiche estremamente positive di valorizzazione e conservazione, come quelle del quartiere Sanità che avete visitato ieri. Un posto in cui esistono ancora aspetti significativi di natura sociale, ma che di recente è stato in grado di rafforzare il suo vasto patrimonio materiale ponendosi come un luogo che offre un’esperienza culturale, sia materiale che immateriale, e che attrae ogni giorno numerosi visitatori. Questo è un esempio di unione dei valori culturali, valori che coesistono con modelli urbani e sociali inclusivi.

Per concludere, vorrei esprimere a voi tutti, ai delegati, i miei migliori auguri per i lavori di questa conferenza, sono certo che Napoli sarà in grado di ispirare il vostro lavoro e di affascinarvi.

Grazie a tutti.”

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