MILANO (DI Mariagrazia Narciso) -Sentir parlar di streghe e di vino ha già il suo perché se poi a dispiegare lo storytelling di questa affascinante realtà vitivinicola beneventana è Rosa Falluto, c’è da stare ad ascoltare. Sì perché Rosa, appassionata ed entusiasta sommelier e degustatore Ais, è Wine Ambassador della Cantina di Solopaca e il territorio dove insiste la storica cooperativa è casa sua.
Oggi Cantina di Solopaca con il Progetto Speciale Viticoltori San Martino è in trasferta al Westin Palace di Milano per Identità protagoniste 2024, walk around tasting organizzato da Ais Milano in collaborazione con l’agenzia Luxury Wines
Al pubblico curioso Rosa racconta che nel tempo che fu, in quel di Benevento, le streghe volavano intorno all’albero di noce, dopo essersi cosparse il corpo di un unguento fatto di erbe noto come “il sussurro delle streghe”.
Che le discusse creature esistessero o meno poco importa, ciò che fa la differenza è la presenza in queste terre di una ampia varietà di erbe officinali. Ti ricorda qualcosa il liquore delle streghe?
Nel 1966, in questi luoghi leggendari quindi 25 viticoltori fondano la Cantina di Solopaca, cooperativa che oggi vanta ben 600 soci con più di 1.000 ettari vitati. I vigneti si distendono da Sant’Agata de’ Goti, passando per Solopaca fino a Torrecuso, per intenderci dai 100 m slm del fondo valle sulle rive del Calore fino alle falde del massiccio del Taburno-Camposauro a 450 m slm. Questa varietà e quantità di vigneti consente di selezionare le uve più adatte a condurre progetti mirati e vocati alla qualità. Falanghina e Aglianico, figli del Sannio beneventano, ma anche Greco, Fiano e negli ultimi anni l’autoctona Camaiola, detta Barbera del Sannio, nella geniale visione enologica di Vincenzo Mercurio sono diventati veri e propri emblemi identitari. Il progetto di zonazione, condotto dall’enologo, contempla la classificazione del territorio in macro zone e l’utilizzo di lieviti indigeni, scelta che ha dato vita a vini dalla sorprendente individualità.
L’ultima creatura della cooperativa è un piccolo sito produttivo sul Taburno, Viticoltori San Martino. Qui, nella piccola cantina in collina, dalle uve conferite dalle vigne circostanti, sono prodotti vini sotto il disciplinare Taburno DOCG, Riserva per Aglianico e sottozona Taburno per la Falanghina, tutto rigorosamente in regime biologico. Viticoltori San Martino, è un Progetto Speciale perché permette di lavorare con piccoli quantitativi e di vinificare per microzone esaltando le peculiarità del territorio.
Se metti il naso in “Armunia”, la Falanghina di Viticoltori San Martino, come dice Rosa, non puoi non sentire la “neppetella”, in dialetto locale la menta selvatica. Chissà se era un ingrediente del “sussurro”.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments