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NAPOLI – “I medici hanno fatto io proprio dovere, non vedo che responsabilità possano avere. Qua se ci sono responsabilità sono a livello apicale, a livello di Asl e 118, del perché non funziona il territorio”. Lo ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin commentando il caso di Nola a margine della presentazione dei dati sui trapianti.

“La Campania – ha sottolineato – deve cambiare passo, ha tutti gli atti amministrativi fatti e ora deve solo farli attuare”. Ritengo che vedere i pazienti sdraiati a terra sia il segno di un fenomeno di natura organizzativa su cui deve essere fatto un chiarimento molto serio perché nella regione Campania i piani e gli atti amministrativi sono stati fatti, le reti sono state disegnate, poi sta a chi le deve realizzare e monitorare verificare che questo sia fatto bene”.”I tre medici sono stati sospesi perché c’è stato un difetto di comunicazione. Se avessero avvertito avremmo potuto mandare altre barelle, altri aiuti”. Lo ha detto la manager dell’Asl Napoli 3 sud, Antonietta Costantini, che sta supervisionando le verifiche disposte per accertare le eventuali responsabilità degli operatori dell’ospedale civile di Nola, dove tra sabato e domenica alcuni pazienti del pronto soccorso sono stati adagiati sul pavimento per la mancanza di lettighe e barelle dovute ad un iper afflusso di utenti. Per l’episodio sono stati sospesi tre medici, il direttore sanitario del nosocomio, Andreo de Stefano, ed i responsabili del pronto soccorso e della medicina d’urgenza, Andrea Manzi e Felice Avella. “Bisogna intervenire correttamente – ha aggiunto – il presidente della Regione De Luca non se l’è presa con i medici ma con i responsabili del presidio”. “Le colpe partono dai vertici delle istituzioni e del sistema sanitario, che non vedono le enormi difficoltà dell’ospedale di Nola nel rispondere con pochi mezzi a una platea di circa 500mila cittadini. La politica non agisca, a danno avvenuto, con soluzioni buone solo a strappare un titolo di giornale”. Così il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, che dopo le polemiche sui malati curati per terra ha visitato l’ ospedale cittadino. “Sono vescovo qui da 17 anni e da 17 anni la politica fa le stesse promesse: reparti nuovi, personale, barelle. Poco o pochissimo è stato realizzato. Sono state necessarie immagini pubblicate sui social network per risvegliare le coscienze della politica nazionale e regionale.Tuttavia, non intendo partecipare al triste gioco della criminalizzazione dei medici di questa struttura di Pronto soccorso. Li ho visti salvare troppe vite umane per arrivare alla conclusione che sia loro la colpa delle scene che abbiamo visto”, ricorda monsignor Depalma.(ANSA).

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