NAPOLI – Il caffè a Napoli è stato da sempre un gesto d’amore verso un amico, un collega, un aprente. Offrirlo poi è quasi d’obbligo soprattutto se seguito da una piacevole chiacchierata.
Ma da qualche tempo una delle consuetudini partenopee più radicate è stata sradicata dall’aumento dei costi, che hanno fatto della bevanda più consumata a Napoli un vero e proprio oro nero.
L’aumento delle materie prime, dei costi di gestione dei locali e delle utenze hanno spinto molti imprenditori ad aumentare addirittura fino a 60/80 centesimi il costo di ogni singola tazzina consumata al banco.
Costi che lievitano se si decide di consumarlo al tavolino. A spingere i bar ad modificare i prezziari anche l’aumento dei turisti in città. Una sorta di speculazione.
Restano ancorati ai prezzi ante Covid i bar delle zone periferiche alla City come quelli di Fuorigrotta ma anche quelli della zona economica della città attorno piazza del Municipio.
Rincari per il caffè del Gambrinus oggi a 1,60 a tazzina.
C’è poi chi nonostante abbia un bar di fronte il più grande museo cittadino il Mann applica prezzi concorrenziali. 1,20 a tazzina e 1 euro per chi come i tassisti lavora davanti la propria attività.
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