Mauro Felicori il prossimo 31 ottobre andrà in pensione per raggiunti limiti di età.

La comunicazione è avvenuta attraverso un post scritto dallo stesso dirigente sulla propria pagina di Facebook.

Si era insediato nell’ottobre del 2015, in seguito al concorso previsto nell’ambito della cosiddetta “riforma Franceschini” del ministero per i Beni culturali che aveva portato alla nomina di 20 direttori statali.

Felicori fu uno di quelli, ma adesso, a tre anni dalla nomina e ben 14 mesi prima della fine naturale del suo mandato (che è di quattro anni), si aprono scenari imprevedibili sia per le procedure, sia per le conseguenze.

Felicori ha spiegato che la legge che lo costringe ad andare in quiescenza è un po’ “bizzarra”.

Ma, facendo un bilancio ha precisato (Intervista nel file allegato).

Rispetto al momento della nomina di Felicori a dirigente, oggi c’è un nuovo governo e un nuovo ministro che, a giudicare dalle prime azioni, non pare voler mantenere per intero l’impianto della “riforma” del predecessore intervenendo in maniera decisa su alcune tematiche, come quella degli ingressi gratis.

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