NAPOLI – Millennials è il titolo scelto per la settima stagione del Nuovo Teatro Sanità, diretta da Mario Gelardi. Un titolo che descrive non solo un arco generazionale – quello dei nati tra l’81 e il ’96 –, del quale fa parte la maggior parte dei giovani del collettivo artistico ntS’, ma che proietta lo sguardo sul teatro contemporaneo, quello che ci accade intorno in questi anni e che spesso non ha spazio e nessun supporto per emergere.

«La formazione e la professionalizzazione dei giovani artisti – spiega il direttore artistico Mario Gelardi – è stato per il Nuovo Teatro Sanità, sin dai suoi esordi, uno degli obiettivi fondamentali. Il teatro nasce con l’intento di creare una collaborazione osmotica tra i giovani professionisti che ho raggruppato e alcuni ragazzi del quartiere Sanità che al teatro si sono appassionati al punto da volerne fare una professione. Molti dei nostri giovani oggi sono ad uno stadio avanzato della loro formazione, perché oltre ai nostri laboratori hanno proseguito gli studi in accademie di istituzioni più consolidate. La possibilità di potersi misurare costantemente col palcoscenico ha reso il loro percorso più veloce. Quello che abbiamo cercato di fare è stato creare occasioni per un confronto costante con l’esterno: prima fuori dal quartiere, poi con il resto d’Italia e da qualche anno la- voriamo anche su un orizzonte internazionale. Su questo fronte è stato realizzato il progetto Cities on the Edge con il Goethe Institut e Circle Festival, grazie al contributo di MiBAC e Siae. È in questa nuova stagione continueremo ad occuparci dei giovani, allargando il nostro sguardo anche all’America Latina».

La stagione 2019-2020 vedrà in scena gli spettacoli del progetto BETSUD -Beyondthesud, vincitore del bando MiBAC Boarding Pass Plus. Il Nuovo Teatro insieme ad altre importanti realtà teatrali del Sud Italia – in collaborazione con i partner internazionali Panorama Sur (Buenos Aires), Centro Cultural San Martin (Buenos Aires), Complexo Duplo e Complexo Sul (Rio de Janeiro) –, ospiterà due debutti: Una storia d’impossibilità del napoletano Fabio Pisano, per la regia dell’argentina Agostina Luz Lopez (4 ottobre) e E la Nave va del drammaturgo brasiliano Diogo Liberano, per la regia del catanese Carmelo Alù (5 ottobre). L’obiettivo del progetto è dare sostegno a giovani artisti under 35, attraverso lo scambio creativo e l’ampliamento delle conoscenze, mettendo in relazione drammaturghi e registi di Paesi diversi, in un confronto interculturale, per la realizzazione di produzioni teatrali e di un archivio online dedicato alla nuova drammaturgia italiana e Latino-Americana.

Ma ad ispirare il titolo della settima stagione è stato soprattutto il progetto Post Millennials Theatre, promosso da ntS’ in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Salerno, in veste di consulente scientifico. Si partirà da una ricerca sociale sulla generazione dei post-millennials e dalle loro visioni di futuro. Attraverso il teatro, si intende focalizzare l’attenzione sui giovani tra i 16 e i 18 anni, quelli che stanno per lasciare la scuola e che iniziano a progettare la loro vita. Al centro di questo lavoro, le loro ansie, il loro rapporto con la tecnologia e i media digitali, divenuti sempre più pervasivi. I risultati scientifici diventeranno materiale per la realizzazione di uno spettacolo (29, 30 e 31 maggio).

Per sostenere i giovani drammaturghi di quella generazione chiamata millennials, il Nuovo Teatro Sanità svolge inoltre l’unico laboratorio di drammaturgia riconosciuto in Italia dal MiBAC, nell’ambito dell’articolo 41 dedicato al perfezionamento professionale. Il percorso formativo della durata di due anni è condotto dal direttore artistico Mario Gelardi e ha visto avvicendarsi tra i docenti importanti nomi del panorama nazionale, come Manlio Santanelli e Tino Caspanello, e internazionale, come il tedesco Philipp Löhle e il catalano Josep Maria Miró.

Nell’ambito della stagione 2019-2020, alcuni degli allievi dello scorso anno, avranno la possibilità di mettere in scena le loro creazioni, all’interno della rassegna Dramma Lab. Già nel corso della stagione 2018-2019, il Nuovo Teatro Sanità ha creato numerose occasioni di messinscena per i suoi allievi, in particolare con il format Tur de vasc, ambientato nei bassi della Sanità, ideato e diretto da Carlo Geltrude, che riprenderà all’inizio della nuova stagione in un’originale versione dedicata ad Anton Čechov (28 e 29 settembre).
Tre titoli nell’ambito della rassegna Dramma Lab – Scritture di scena, che impegnerà il teatro dal 29 febbraio al 29 marzo, sono nuove creazioni degli allievi del corso di drammaturgia. Si parte il con Mine – Conferenza stanca sul melodramma amoroso di e con Michele Brasilio e Marina Cioppa (29 febbraio e 1 marzo); si prosegue con Senza sangue, scritto e diretto da Diego Maht (7 e 8 marzo); ultimo testo in scena sarà La vacca di Elvira Buonocore, diretto da Gennaro Maresca (27, 28 e 29 marzo).

Parallelamente a questi progetti, la settima stagione si propone come osservatorio sulla produzione teatrale indipendente nazionale. Molti degli spettacoli scelti rispecchiano la riflessione sul rapporto intergenerazionale, come La Cenerentola maritata di Manlio Santanelli, in cui il personaggio delle fiabe si trova a fare i conti con la vita da adulta e con le regole e le convenzioni di corte (28 e 29 dicembre) e il lavoro di César Brie, Il vecchio principe, ispirato a Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry (8 e 9 febbbraio). Al rapporto intergenerazione è dedicato anche anche Tebas Land dell’uruguaiano Sergio Blanco, diretto da Angelo Savelli e prodotto dal Teatro di Rifredi, che vede a confronto un giovane parricida e il drammaturgo che vorrebbe portare in scena la storia del ragazzo: il lavoro si allontana dalla ricostruzione giornalistica del crimine per soffermarsi sulla relazione che si instaura tra lo scrittore e il detenuto (1, 2 e 3 novembre).

Tema caro alla generazione dei millennials è certamente quello affrontato da Mario Gelardi nel suo lavoro Quattro uomini chiusi in una stanza, in questo testo, che va in scena per la prima volta, si affronta il tema delle “morti di Stato”, che da molti anni divide l’Italia. Il punto di vista è quello delle forze dell’ordine: quattro poliziotti si accordano per restituire in tribunale una verità unica e credibile. Su questa vicenda si affacciano in lontananza le storie dei giovani Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi (17, 18, 19 e 20 ottobre).

Emanuele Valenti debutta con il suo nuovo lavoro BI, realizzato a partire dal racconto Due Fratelli di Bernardo Atxaga, rappresentante di rilievo internazionale della lingua e della cultura basca, adattato da Mario Gelardi e prodotto dal Nuovo Teatro Sanità. Tema centrale dello spettacolo è il conflitto tra l’adolescenza e il mondo adulto: i fratelli, di cui si parla, sono due giovani adolescenti che vivono in un paese immaginario chiamato Obaba, ma troppo presto la loro adolescenza finisce nell’incontro con la morte (23, 24, 25 e 26 gennaio). E ancora, La rosa del mio giardino di Claudio Finelli racconta la vicenda sconosciuta della speciale relazione che legò il giovanissimo Salvador Dalì a Federico García Lorca (15, 16, 17 maggio). Ispirato all’immaginario intergenerazionale, Anime – Concerto manga, progetto di Giosi Cincotti, anche in scena insieme a Lalla Esposito con la direzione di Rosario Sparno, è un originale lavoro musicale che mette in luce come le sigle dei cartoni animati più amati di tutti i tempi abbiano segnato le generazioni rispecchiandone visioni, sentimenti ma anche conservandone i ricordi (13, 14 e 15 marzo).

Il teatro di piazzetta San Vincenzo prosegue nel suo ruolo di osservatorio della migliore produzione under 35, proponendo nel suo cartellone il lavoro di Emanuele Aldrovandi, La donna più grassa del mondo, per la prima volta a Napoli, prodotto dal Centro Teatrale MaMiMò, che attraverso la cifra grottesca e paradossale, induce a riflettere sulla capacità dell’uomo d’immaginare un modo alternativo per raggiungere la felicità che non lo condanni all’autodistruzione (1 e 2 febbraio); e ancora quello del gruppo Asterlizze, che presenta Arte di Yasmina Reza (4 e 5 aprile). Per la prima volta in scena al Nuovo Teatro Sanità, la compagnia Carullo-Minasi, tra i gruppi under 35 più attenzionati del panorama nazionale, presenta Delirio Bizzarro, vincitore di Forever Young 2015/2016, progetto residenziale di sostegno alle giovani compagnie teatrali italiane che esplorano i nuovi linguaggi della scena contemporanea, ideato e promosso dalla Corte Ospitale e sostenuto dal MiBAC e dalla Regione Emilia Romagna (22 febbraio).

Il Nuovo Teatro Sanità dà spazio anche a due produzioni del giovanissimo gruppo Le scimmie, nato dal lavoro indipendente portato avanti dagli attori under 30 della compagnia ntS’: Sound sbagliato, scritto e diretto da Alessandro Palladino, finalista al Premio Scenario (22, 23 e 24 novembre) e La testa sott’acqua dell’autrice catalana Helena Tornero, diretto da Riccardo Ciccarelli, che ritorna dopo il successo nella passata stagione (20, 21 e 22 dicembre). Spazio anche ai giovani attori del gruppo #GiovaniO’Nest che propongono nel quartiere Sanità, dopo il debutto di Teduccio on the road al Napoli Teatro Festival Italia, Sanità on the road, progetto di teatro in auto (solo per pochi spettatori) firmato dalla Compagnia Nest (21 e 22 marzo).

Nel cartellone teatrale 2019-20 non mancheranno grandi classici del teatro contemporaneo: Le sedie di Eugène Ionesco, diretto da Giles Smith e interpretato da Caterina Casini e Fabio Mangolini, per la prima volta in scena a Napoli (9 e 10 novembre) e Primo amore e Atto senza parole 1- 2 di Samuel Beckett, diretto da Costantino Raimondi, anche interprete insieme a Sergio Longobardi, in scena sul palcoscenico di piazzetta San Vincenzo dopo il debutto al NTFI (29, 30 novembre e 1 dicembre).

La settima stagione vede impegnato il Nuovo Teatro Sanità in due importanti collaborazioni: quella con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, che produce e ospita presso il Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, lo spettacolo 629 – Uomini in gabbia, reduce dal successo riscontrato nell’ultima edizione del Napoli Teatro Festival Italia (27 ottobre); e ancora quella con il Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, che coproduce insieme al Nuovo Teatro Sanità, La peste al Rione Sanità, trasposizione del romanzo di Albert Camus in alcuni luoghi simbolo del Rione Sanità (dal 21 al 26 aprile).

Quest’anno il Nuovo Teatro Sanità ha pensato a due tipi di abbonamento per il suo pubblico: l’abbonamento 35 — riservato esclusivamente agli spettatori under 35 — che propone sei spettacoli al costo di 35 euro; e ancora l’abbonamento 70, che al costo di 70 euro consente la partecipazione a 8 spettacoli a scelta tra i 13 selezionati dal collettivo artistico ntS’, a cui si aggiunge un titolo di nuova drammaturgia spagnola, La testa sott’acqua di Helena Tornero.

In un “Paese per vecchi”, il collettivo artistico ntS’ ha deciso di puntare su un teatro che guarda ai giovani come a una risorsa da cui attingere forza, idee, genio e splendore. Credendo in un teatro in cui le giovani generazioni siano un valore aggiunto, ha deciso di dedicare loro la nuova stagione, invitando il pubblico a condividere questa scelta per mantenere viva quella capacità di vedere la bellezza, che lo scrittore Franz Kafka individuava come caratteristica precipua della gioventù e come condizione essenziale per non invecchiare mai.

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