NAPOLI – Il suono che diventa luce e forma. Due performance e due esposizione di inediti lavori fotografici, hanno caratterizzato gli spazi del Pio Monte della Misericordia e Villa Di Donato.

Protagonista il poliedrico artista Pietro Pirelli ospite con la sua mostra “Millumino di Suono” a cura di art 1307 promossa da Cynthia Penna.

Un viaggio negli elementi estetici di Spazio e Luce. Una ricerca assoluta e primaria nel mondo dell’arte come sottolinea l’artista che ci parla del suo strumento l’idrofano” capace di scolpire il suono e renderlo luce.

Di origine lombarda, compositore, percussionista, esploratore del suono e inventore di strumenti musicali, Pietro Pirelli è un artista e performer eclettico, capace di portare sulla “scena musicale” materie come l’acqua, la pietra, i metalli.

Partendo dal suo principale mezzo d’espressione, il suono generato dalla percussione, ha sconfinato nella scultura, nella scenografia e da tempo realizza opere visive che hanno origine dalle onde sonore. Pirelli ha introdotto nelle sue performance e installazioni multisensoriali la luce, con cui “fa musica”. Al centro delle due mostre napoletane vi saranno gli Idrofoni, strumenti da lui ideati e creati per “suonare” l’acqua e produrre le sue opere visive, denominate: “idrofanie”.

Il Pirelli “musicista” ha inventato uno strumento, l’idrofono appunto “…Con esso l’energia di un suono captato da un microfono si trasmette ad una superfice d’acqua, generando un lieve e variato moto ondoso. Nel moto dell’acqua, il divenire sonoro è percepito dalla vista.

Ma saranno dei fasci di luce che, attraversando le onde, sapranno offrire pienamente la visione del suono. Colpendo le superfici dello spazio i raggi si materializzano in grandi proiezioni in continua evoluzione. Il suono ha modulato l’acqua e l’acqua a sua volta ha rifratto la luce. Il suono si riverbera in forma di luce nello spazio.

E’ un flusso di luce scolpita che viene suonata all’istante. Uno scatto fotografico all’improvviso ne congela il divenire in un istante unico e irripetibile. Con queste immagini Pirelli realizza le sue opere visive, chiamate IDROFANIE” (Pietro Pirelli).

La sede espositiva che accoglierà le opere di Pirelli non è scelta a caso: prerogativa del progetto è infatti per Pirelli entrare in contatto con l’anima artistica e storica più profonda della città.
A Villa di Donato, dimora settecentesca privata che sorge nel cuore del Centro l’artista esporrà le sue fotografie. In occasione dell’inaugurazioni si terrà una performance sonora e musicale dell’artista, che “attiverà” i singolari strumenti accompagnato dalla violoncellista Manuela Albano.

L’idea da cui nasce il progetto artistico di Pietro Pirelli e che guida entrambi i momenti espositivi è spiegata da Cynthia Penna, curatrice delle mostre e direttrice scientifica di Art1307 nel suo testo critico: “…Nell’opera di Pirelli la fonte primaria di ispirazione è il suono come motore di ricerca sensoriale, come propulsore di energia, come modulatore di effetti sonoro/visuali e fonte primaria di diversificati stati emozionali.

Le “idrofanie” di Pirelli sono vere e proprie “apparizioni di acqua”.

E di vera “apparizione“ si tratta, di epifania di un ignoto che viene rivelato ai nostri occhi e ai nostri sensi; Pirelli ci conduce letteralmente alla scoperta di un mondo che rimarrebbe altrimenti sconosciuto. Possiamo immaginarlo come un effetto domino, una reazione a catena in cui la nota musicale, un solo elemento sonoro, una volta eseguito e trasmesso, provoca una serie di accadimenti successivi coinvolgendo altri e molteplici elementi: acqua, luce, tempo, spazio.

Opere d’arte che si esprimono attraverso una situazione immersiva totalizzante in cui tutti i sensi dello spettatore sono attenzionati e coinvolti. Un atto di contaminazione sensoriale o sovrapposizione sensoriale.

L’opera di Pirelli è un luogo o la ricerca di un luogo: la ricerca di uno spazio emozionale…; il luogo dell’inafferrabile e del magico; quell’inspiegabile ed inafferrabile del mondo, della natura che viene concentrato, reso reale, afferrato e afferrabile, reso umanamente visibile e percettibile dalla sua opera: una oggettualizzazione dell’inafferrabile che si trasforma camaleonticamente da suono a movimento, luce, spazio, a modalità scenica, ad oggetto artistico, ma anche ad emozione pura.

Il senso di misticismo, di trascendenza e un certo atteggiamento di universalismo sensoriale, emozionale ed estetico è il nocciolo della ricerca artistica che il maestro ci regala e vuole condividere con noi”.

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