pomodoro

NOCERA INFERIORE (di Daniela Marfisa) – Forse non tutti sanno che nell’areale compreso tra i Monti Lattari e l’agro nocerino-sarnese è racchiuso un patrimonio agroalimentare notevole.

Dal Pomodoro Corbarino di Corbara, passando per i vini di Lettere e Gragnano, fino ad arrivare al Pomodoro San Marzano di Sarno, sono tante le specialità e i prodotti tipici di questa zona non solo eccellenti, ma anche dalle importanti proprietà benefiche.

È quanto emerso da una ricerca presentata all’apertura di Divin Castagne 2018, l’evento in corso di svolgimento nel comune di Sant’Antonio Abate.

Cipollotto nocerino DOP, Fagiolo mustacciello, Cavolo verza sarnese, Agrumi (tra cui le Arance di Pagani), Frutti di bosco, Peperoncino verde, Crescione di acqua, Pomodori e Vino dei Monti Lattari: questi gli alimenti che proteggono la salute perché contenenti minerali, fibre, vitamine e composti fitochimici.

Vera eccellenza del gusto come pure top food dalle tante virtù terapeutiche è il Cipollotto nocerino DOP, coltivato nella Valle del Sarno (tra la provincia di Salerno e la parte sud-occidentale della provincia di Napoli): antiage, antitumorale, antibiotico, espettorante, diuretico, depurativo, ipoglicemizzante (fonte: CNR – Istituto di scienza dell’alimentazione).

Da non sottovalutare anche le proprietà del finocchio, coltivato nell’agro nocerino-sarnese: ipocalorico, privo di zuccheri e di grassi ma ricco di fibre e di vitamine, è un prezioso alleato della linea e del benessere.

Dopo anni di crisi, il settore agricolo campano si mostra in ripresa. In particolare nella provincia di Salerno, dove è in netto aumento in termini occupazionali (dati Coldiretti 2017).
Il miglioramento dell’occupazione agricola non è solo quantitativo ma anche qualitativo, grazie al ruolo sempre più importante svolto dai giovani.

Significativa anche la crescita delle immatricolazioni alla Facoltà di Agraria.

Una svolta per il settore è stata data anche dall’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta per quanto riguarda pelati, polpe, concentrato e altri derivati del pomodoro. Questo per far sì che i nostri prodotti Made in Italy possano essere sempre più riconosciuti in patria e competitivi nell’export.

Il comparto agroalimentare campano ha un livello qualitativo altissimo; la vera sfida è riuscire a renderlo sempre più forte sul mercato nazionale e internazionale.

“Grande interesse dei buyers internazionali per le aziende del territorio campano presenti al Divin Castagne”. Così Salvatore Caputo, direttore dell’evento che è in corso di svolgimento a Sant’Antonio Abate ha commentato l’esito degli incontri dei compratori esteri con gli espositori della rassegna gastronomica.

“Si aprono nuovi spazi per le nostre realtà produttive in Inghilterra, Germania, Nord America e mercati asiatici.

Significative – ha detto Caputo – sono state le visite alle diverse realtà produttive: i buyers hanno avuto modo di verificare i modelli organizzativi delle aziende, i loro punti di forza, di assistere alle fasi della produzione ma anche di poter degustare i prodotti proposti, con i giusti abbinamenti.

E’ stato il primo passo verso il taste around, un progetto grazie al quale porteremo noi i produttori della Campania nelle varie capitali europee, a partire da Londra”.

Stefano Cuomo, proprietario di un supermercato in Inghilterra, ha commentato: “Siamo rimasti colpiti dalle storie delle famiglie proprietarie delle aziende che abbiamo visitato. Traspare un grande attaccamento alla terra e l’orgoglio delle proprie produzioni”.

Irina Lavirichtcheva ha aggiunto: “Un plauso va ai piccoli produttori di Sant’Antonio Abate che sono riusciti ad imporsi sul mercato partendo da un territorio così piccolo”.

Tra le varie visite effettuate dai buyers anche quella all’azienda vitivinicola Sorrentino, grazie alla quale i visitatori hanno potuto conoscere Falanghina, Piedirosso, Lacryma Christi”.
Soddisfatti gli organizzatori per l’andamento dell’evento.

“E’ stata una gioia vedere la piazza piena tutte le sere. Al momento – ha commentato l’organizzatore, Carmine D’Aniello – si sono contati 2mila cin cin e 5mila piatti serviti”.

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