BORGO50 BISTROT

NAPOLI (di Fosca Tortorelli) – Ci troviamo a Baia, frazione di Bacoli con il suo Castello Aragonese situato in un’area di notevole importanza strategica, eretto su di un promontorio naturalmente difeso a est da un alto dirupo tufaceo a picco sul mare, a ovest dalla profonda depressione data dalle caldere di due vulcani chiamati “Fondi di Baia”.

Una posizione invidiabile, dalla quale si domina tutto il Golfo di Pozzuoli fino a Procida, Ischia e Cuma; proprio a pochi passi da questo splendido manufatto, protetto dalla sua maestosa ombra, si trova il ristorante Borgo 50 Bistrot.

Dopo aver lasciato la propria auto nella comoda area parcheggio, i clienti vengono accolti in un curato e ampio giardino con tavolini e sedute immerse nel verde, uno spazio versatile e di grande fascino, dove consumare un aperitivo o un dopocena e finanche cenare, sotto le luci delle stelle e dell’illuminazione per nulla invadente.

Una quarantina i coperti che sono distribuiti all’esterno e altrettanti si trovano nella sala interna, anche questa curata e sobria. Il locale, aperto da poco più di due anni, esattamente da gennaio 2016, da ex serbatoio idrico della città di Bacoli, costruito durante la Seconda Guerra Mondiale per sopperire alle carenze d’acqua per i cittadini bacolesi, è stato recuperato dalla famiglia Mazzella (originaria di Ponza) e trasformato nell’attuale Borgo50 Bistrot.

Papà Ferdinando si è occupato principalmente di realizzare diversi elementi di arredo per il locale e ha lasciato le redini della gestione ai figli.

I giovani fratelli Mazzella, Erasmo e Rosario, rispettivamente di 25 e 23 anni, coadiuvati da Giuseppe Carannante in qualità di direttore di sala e dallo chef Nicola Scotto Di Luzio, che dopo diverse esperienze tra la Sardegna, Marsiglia e Capri, è ritornato nei suoi Campi Flegrei, hanno deciso di impostare il locale dandogli un carattere informale, dove la selezione della materia prima e la capacità di rielaborarla sono i punti distintivi.

Nonostante la giovane età, già esperti nella ristorazione, in quanto proprietari di un locale nell’ isola natia, hanno deciso di puntare sulla realtà flegrea, privilegiando la materia ittica in estate e preparazioni terragne in inverno. Sono attenti alla stagionalità dei prodotti e coscienziosi nella selezione della materia prima, dal gambero viola al tonno, quest’ultimo, non solo di difficile reperibilità, ma alimento spesso rischioso se non se ne conosce l’effettiva provenienza. I due fratelli Mazzella hanno ottenuto la certificazione per lavorarlo e per utilizzarlo nel loro ristorante, in modo da poterlo depurare dalle sostanze metalliche che accumula.

Tra le preparazioni, risulta interessante e ben eseguita l’alice marinata in aceto di fragoline di Baia, preparato dallo chef, su pomodoro di Sorrento e arancia, lo spaghettone ‘alla buonadonna’ con ricciola, olive nere di Gaeta e capperi di Salina – una sorta di rivisitazione della pasta alla puttanesca in versione marinara – e il dessert, originale e ben eseguito, una Pavlova con Lemon curd, crema di latte solida e sfumatura al caffè.

Il ristorante è sempre aperto la sera, tutto l’anno e la domenica anche a pranzo e propone due menù degustazione, uno più snello di tre portate e uno leggermente più articolato, con un rapporto qualità prezzo davvero invidiabile. La carta dei vini privilegia etichette rassicuranti, ma è gestita in modo pulito e coscienzioso.

Un locale che merita la visita, non solo per lo scenario e la cura nella selezione delle materie prime, ma soprattutto per la gentilezza e l’energia travolgente che Erasmo e Rosario riescono a trasmettere.

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