NAPOLI – Chicago si autoproclama capitale della pizza e lo fa attraverso un Tweet: “Siamo fieri di essere la capitale della pizza nel mondo.” durante il Nazional Pizza Day nella giornata dello scorso 9 febbraio.
La vicenda ha scatenato, soprattutto sui social, le polemiche da parte di cittadini napoletani, pizzaioli ed associazioni.
Sulla questione è intervenuto anche Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani: “Noi come associazione da sempre tuteliamo la pizza napoletana ed il suo nome, basti pensare che è grazie a noi che si sono avviate le pratiche per ottenere il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiolo napoletano, per la quale ora ci stiamo battendo affinché venga insegnata nelle scuole alberghiere. La tutela della pizza napoletana deve partire da casa nostra, bisogna attenersi al disciplinare affinché si possa parlare di pizza napoletana. Non basta che venga fatta a Napoli, anzi questo non conta per nulla, deve essere chiaro, una pizza napoletana degna di tal nome può essere fatta anche a Chicago come a Tokio se ci si attiene al disciplinare e su questo che ci battiamo. La tutela della pizza deve passare da lì e anche vigilando sulle campagne mediatiche sulle quali in molti ci marciano. Appena sarà possibile, quando l’emergenza covid si attenuerà, daremo vita ad un’iniziativa per rilanciare il buon nome della pizza napoletana.”
“Ci si può autoproclamare ciò che si vuole ma poi ciò che conta sono i riconoscimenti che vengono dall’esterno, da fonti autorevoli ed istituzionali. Se è l’arte del pizzaiolo napoletano ad essere riconosciuta come patrimonio UNESCO un motivo ci sarà. Che la pizza sia da sempre accostata a Napoli non lo diciamo noi ma è un dato di fatto, pizza e Napoli, in alcuni ambiti, sono sinonimi perché la pizza, almeno nella sua concezione moderna, nasce qui alla pendice del Vesuvio. Vi sono addirittura degli affreschi e dei mosaici pompeiani in cui sono raffigurate quelle che sembrano con tutta probabilità delle antenate della nostra pizza.
Fatte queste considerazioni occorre però fare delle riflessioni: abbiamo sfruttato al massimo la potenzialità della pizza napoletana e dell’arte del pizzaiolo come patrimonio Unesco? Forse non sempre, forse non abbastanza. Non devono essere, però, solo i napoletani a dover difendere il nome della pizza ma è interesse di tutto il Paese, dato il grande mercato e il numero di professionisti che ruotano intorno a questo mondo.” – hanno dichiarato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, Presidente della Commissione Agricoltura, ed il conduttore radiofonico Gianni Simioli.