Il gusto di guidare la moto è fatto di due ingredienti: l’adrenalina ed il limite. Per provare la prima bisogna arrivare a vedere la morte con gli occhi ed in questo la Royal Enfield Continental GT 535 della nostra prova, non ci può essere d’aiuto. Per sentire il limite invece basta una moto che sia “bella da guidare” e che ci faccia divertire a disegnare traiettorie per il puro gusto di farlo. In questo la nostra moto di oggi non è seconda a nessuno e se ci mettiamo una linea affascinante ed un marchio antico che ora punta anche al futuro, capiamo che questa moto cucinata in India seguendo un antica ricetta inglese, è davvero un piatto che sazia l’appetito (da Napoli: Giuseppe Irrera)
La parte dell’occhio – La Royal Enfield Continental GT è davvero bella e molto fotogenica, basta guardarla sulle pagine di qualunque rivista per innammorarsi delle sue linee super classiche, da vera Cafè Racer. Tanta la cura del design, dal fighissimo tappo tipo Monza con blocco calamitato, al logo “Enfileld” fuso insieme ai carter. Notiamo anche la maniglia sul fianco sinistro per alzare la moto sul cavalletto (pesa come un gatto, ma magari in India non ce la fanno) e le frecce in plastica cromata, che forse sono le uniche frecce di serie che non faremmo saltare a calci. Al livello di materiali siamo alla fiera del ferro e solo alcune lavorazioni sono di livello economico (come è giusto che sia). La sua qualità migliore, però, è l’equilibrio delle proporzioni: talmente perfette da nascondere le dimensioni generali della moto, che vista da vicino risulta più piccola di quello che ci aspettavamo.
In sella – La Royal Enfield Continental GT in prova è dotata del sellino monoposto optional, che ha una seduta piatta, leggermente rigida e molto lunga per trovare da se la postura migliore. I semimanubri non sono estremi, caricano soltanto un poco sui polsi e forse affaticano solo nelle lunghe percorrenza, ma non è niente a cui non ci si possa abituare. La posizione di guida è leggermente allungata sul serbatoio ed essere quasi 1,90 non aiuta a sistemare le cambe nella carrozzeria, ma che volete fare… La moto pesa 184 Kg ed il baricentro è così basso che da fermi sembra di essere seduti su una bici. Dall’anno prossimo tutte le Continental GT saranno omologate come monoposto, una buona scusa per risparmiare sull’assicurazione e lasciare la moglie a casa.
In moto – Il motore è un 535cc da 30CV a 5100 giri e 44Nm a 4000, con la zona rossa che entra a 5500, quindi piuttosto corto per una moto moderna. Acceso ha un piacevole borbotio da monocilindrico maleducato, che pian piano sale senza mai diventare invadente. Se all’inizio la moto sembra pigra, dai 2800 rpm in su trova la birra che serve per sgusciare nel traffico, dai 3800 in poi acquista carattere ed un altro migliaio di giri più su tira anche fuori le unghiette. Certo vibra, soprattutto dai 3200 ai 4000, ma su una moto così fa parte del gioco.
Su strada – La piccola indiana è leggera e molto manegevole nonostante i semimanubri, sguscia facile nel traffico con il suo angolo di sterzata quasi da enduro, mentre nel misto veloce salta da una curva all’altra con una prontezza che, sulle prime, ci ha persino colti di sorpresa. Si vede che la guideremo con più decisione. Il suo campo di battaglia assoluto è la percorrenza di curva, dove si può sfruttare al 100% il peso da ballerina buttando testa e spalle all’interno come le moto di una volta. Avesse una decina di cavalli in più…
freni e sospensioni – La ciclistica anteriore si basa su una forcella molto tradizionale da 41mm ed un disco da 300, frenato da una pinza Brembo. Al posteriore troviamo due ammortizzatori Paioli con un figo Piggy Back (il serbatoio dell’olio separato) ed un disco da 220mm lavorato da una pinza Bybre, cioè la succursale indiana della stessa Brembo. Si, ma come funziona tanta roba? Gli ammortizzatori bene, sopratutto la forcella che è turistica ma ben frenata, mentre l’impianto frenante ci sembra addirittura esuberante, con una tendenza del posteriore a bloccare il sottile pneumatico da 120. La nostra moto non ha l’ABS, ma sarà obbligatorio dal 2017. Nei primi metri di guida abbiamo avvertito un disagio psicologico di guidare una moto senza antibloccaggio: ma come, abbiamo frenato senza aiuti per una vita ed ora non ci sentiamo a nostro agio senza? A pensarci ridevamo come dei fessi: forse la tecnologia è entrata anche nella psicologia dei biker! Controllo di trazione e mappature non sono presenti e forse sarebbero anche fuori luogo.
{vsig}LiveWire/continentalgt{/vsig}
Chi la deve comprare (e chi no) – La Enfield è una vera piccola moto ed è perfetta per due tipologie di pilota: anzitutto chi si sa godere la guida gustosa, senza il bisogno di millemila cavalli per sentirsi appagato, poi chi vuole imparare bene ad andare in moto. Per loro la Continental GT è l’ideale, perchè insegna le traiettorie, le staccate, la dinamica di guida con il piacere di poter spalacare il gas senza ritegno e senza paura di azionare un’arma atomica. Chi invece vuole l’arma atomica, ama le moto super elettroniche o chi deve fare tanta autostrada, resterebbe deluso dalla nostra moto.
In conclusione – Nel panorama motociclistico attuale, pieno di moto dall’aria vintage ma che non rinunciano a presenza e prestazioni, la Continental GT è una specie di pupazzetto della Matrioska. Sviti una di queste pseudo moto d’epoca e dentro trovi lei: uguale ma tutta in proporzioni minori. Le sue carte vincenti sono sicuramente l’estetica, il fascino ed un rapporto qualità – prezzo incredibile. I suoi difetti maggiori invece la corporatura di taglia indiana e le prestazioni, che sono troppo simili a quelle di uno scooter per non creare dubbi al momento della scelta. Nonstante questo però la Enfield sta avendo un buon successo, con questa generazione di motociclisti addomesticati dagli autovelox, che stanno cercando nella qualità delle prestazioni, più che nella quantità, il nuovo piacere di guida. Non dobbiamo sottovalutare il lavorone dell’importatore italiano (Valentino Motor Company di Caserta) che crede nel marchio e lo sta rilanciando con forza. Il prezzo franco concessionario di 5790 € ed è astutamente supercompetitivo, anche nei confronti del mercato scooter.
Napolivillage Motori ringrazia Valentino Motor Company per la moto e la redazione di StarBikers per la gentile intercessione. Lello, ti dobbiamo un caffè (racer, ovviamente…)
Per rimanere aggiornati su tutte le ultime novità seguite la nostra pagina Fb Motorvillage – quotidiano di motociclismo oppure l’account Twitter @G_Irrera