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Napoli

Detenuti, dibattito e spettacolo e teatrale per raccontare i rischi del carcere e la rieducazione

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SAN GIORGIO A CREMANO – Riabilitare nella società coloro che hanno commesso reati e sono stati condannati al carcere, rieducarli e trasformarli da peso a risorse positive per la comunità. E’ il tema che domani 2 aprile, alle ore 10.30, nella Fonderia Righetti – Villa Bruno – sarà trattato nell’ incontro-spettacolo “Il Capocella”, rivolto ai giovani, in particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo grado e degli istituti superiori della città.

Nell’ambito del percorso di dialogo con le nuove generazioni che l’amministrazione, guidata dal sindaco Giorgio Zinno, sta mettendo in campo rispetto alla legalità e in seguito agli ultimi fatti di cronaca e giudiziari che si sono verificati in città, domani andrà in scena uno spettacolo teatrale tratto dal libro scritto da Vincenzo Russo, dal titolo “Il Capocella”, appunto che racconta la storia di Claudio, un ragazzo che dopo aver commesso una rapina, entra nel terribile “universo carcerario” di Poggioreale. Lì troverà un uomo, il più anziano, per questo chiamato “capocella” che lo aiuterà a superare le brutture del regime carcerario e trovare il suo riscatto nella società dopo tre anni di detenzione.

La rappresentazione teatrale sarà preceduta da un dibattito sul tema a cui parteciperanno, oltre al sindaco Giorgio Zinno e al vicesindaco Michele Carbone, il già Capo della Procura di Napoli, Giovandomenico Lepore; Marco Puglia, magistrato di Sorveglianza del Tribunale di Napoli; il giornalista, Nico Pirozzi; il consigliere regionale, Gianluca Daniele; e Carmela Esposito, presidente della Ass. Gioco di Squadra, impegnata sul tema dei diritti dei detenuti.

Lo spettacolo, con la regia di Costantino Punzo, sarà replicato anche alle ore 20.30 e sarà aperto alla città con ingresso gratuito.

“Abbiamo il dovere di dialogare costantemente con i nostri giovani – spiega il sindaco Giorgio Zinno – e dobbiamo farlo affrontando diversi temi, compreso quello della detenzione e delle conseguenze a cui si va incontro quando si commettono reati. La certezza della pena è fondamentale in uno stato democratico, ma dall’altro lato la pena deve essere rieducativa, specialmente per quei giovani che hanno smarrito la strada.Il mondo carcerario è a volte crudele e riuscire a riscattarsi non è sempre facile, ma la forza di volontà e la consapevolezza dell’errore aiutano a superare le difficoltà. Il messaggio che intendiamo dare domani con questo evento, è comunque un messaggio positivo, così come l’intento che perseguiamo: parlare ai giovani ed ascoltarli affinchè non si sentano mai soli e possano comprendere le giuste conseguenze degli errori”.

“La rieducazione parte dall’impegno civile – aggiunge Carbone – e le istituzioni devono essere le prime a scendere in campo. L’amministrazione Zinno è sempre attenta ai bisogni di tutti e in particolare, in questo momento, dei giovani, con i quali abbiamo intrapreso un percorso di dialogo costante e proficuo”.

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