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NAPOLI – A Napoli linea 1 della metropolitana e quattro funicolari ferme. Questo, il primo effetto dello sciopero di quattro ore, dalle 11 alle 15, dei lavoratori dell’Anm (Azienda napoletana mobilità) proclamato da Filt-Cgil Fit-Cisl Uiltrasporti Ugl-Autoferrotranvieri Faisa-Cisal e Usb. I bus da qualche minuto stanno rientrando nei depositi.

“Non è stata una scelta facile, consapevoli come siamo dei riflessi che uno sciopero nel trasporto pubblico locale avrà sulla vita quotidiana di tutti i cittadini, ma mai come in questo caso, le ragioni alla base dello sciopero riguardano non solo i lavoratori, ma tutti coloro che vivono e operano nella nostra città”. Per i sindacati “quello che è in discussione, non è la semplice difesa di questo o quell’istituto contrattuale, ciò che è davvero in ballo è il futuro stesso di Anm e quindi i posti di lavoro ed il trasporto pubblico locale a Napoli”.

“La situazione che ha determinato l’attuale crisi di Anm – precisano Cgil Cisl Uil Filt Fit e Uiltrasporti – è frutto di diversi e stratificati errori che, alla fine, hanno messo in luce la necessità di un intervento straordinario in extremis per salvare l’azienda e la sua proprietà pubblica. Non discutiamo la necessità di un intervento deciso, né la sua entità economica complessiva. Discutiamo, invece, l’assenza di chiare prospettive strategiche per il futuro del trasporto pubblico a Napoli”.

“Senza una prospettiva produttiva seria e un conseguente piano industriale – aggiungono i sindacati – il sacrificio chiesto ai cittadini e ai lavoratori sarebbe vano. Siamo stanchi di un conflitto istituzionale che non porta a nulla. Non è pensabile che la Regione non assuma la centralità strategica di Napoli in tutte le sue scelte, a partire da quella che riguarda il futuro di un azienda come Anm”.

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