NAPOLI – Oggi, il Sindacato Universitario “LINK Napoli” è stato a supporto degli studenti che frequentano le università campane e che hanno deciso di mobilitarsi presso l’ADISURC, l’ente regionale del diritto allo studio, per denunciare la mancanza di alloggi studenteschi e i ritardi con cui vengono erogate le borse di studio, segno del disinteresse di enti locali e regionali nell’investire nel diritto allo studio. In particolare, evidenziano come le matricole iscritte all’a.a. 2021/2022 si sono ritrovate ad essere trattate in maniera differente rispetto a quanto prevede il bando per le borse di studio visto che l’ADISURC ha aggiunto nel corso dell’anno dei requisiti non previsti dallo stesso: il termine del 30 aprile 2022 entro cui maturare 20 CFU.

“Da matricola e studentessa fuorisede, mi sono trovata a sostenere tutte le spese di tasca mia. Ho fatto richiesta per la borsa di studio ad agosto 2021 ed ancora non ho ricevuto alcun pagamento, considerato che improvvisamente l’ADISURC ci ha richiesto l’accumulo di 20 CFU entro aprile 2022 per ricevere anche la prima parte dei pagamenti, scadenza non prevista dal bando. Ciò è gravissimo..” afferma Valeria, studentessa della Federico II.

Come accade ormai da anni, a causa degli esigui finanziamenti nel diritto allo studio universitario da parte della Regione, sono pochissime le persone che sono beneficiarie di borsa di studio a seguito della pubblicazione delle graduatorie definitive di dicembre, ed occorre attendere le graduatorie assestate di aprile, e la predisposizione di nuovi fondi per passare a beneficiari. Tuttavia, se in passato dopo le graduatorie assestate venivano ordinati i primi pagamenti, quest’anno non è stato così per tutte le matricole 2021/2022.

“Tra affitto, libri, cibo e bollette, senza un sostegno economico quale dovrebbe essere una borsa di studio è impossibile proseguire il proprio percorso universitario. Siamo letteralmente privati del nostro diritto allo studio e né la Regione né l’ADISURC stanno attuando misure di sostegno” prosegue Federica, studentessa de L’Orientale.

Tra le problematiche riscontrate, trova particolare rilievo la questione degli alloggi: la quantità e la qualità delle strutture messe a disposizione dall’ADISURC non è affatto sufficiente rispetto alle esigenze degli studenti; inoltre, vi è anche una continua mancanza di alloggi presso privati, in particolare nella zona del centro storico di Napoli, centro delle principali sedi universitarie, dove il processo di gentrificazione e turistificazione non ha fatto altro che togliere disponibilità di alloggi per gli studenti, convertiti tutti in case vacanza e B&B, e causare perciò un aumento dei prezzi di quelli disponibili. La situazione risulta ancora più insostenibile data l’eccessiva distanza degli studentati dalle sedi e la dislocazione dal centro, rendendo pertanto difficile anche la partecipazione alla vita universitaria.

Oggi, noi studenti rivendichiamo che ci sia garantito il diritto allo studio, vogliamo maggiori fondi affinché le borse di studio siano uno strumento di reale sostegno per la componente studentesca e che pertanto vengano erogate in tempi celeri, senza dover attendere per mesi o addirittura anni; chiediamo che l’ADISURC insieme agli enti locali e regionali si attivi concretamente per far fronte alla mancanza di alloggi per studenti adottando soluzioni come il recupero, la riqualificazione o anche la riconversione di edifici sfitti o in disuso per adibirli a studentati.

L’amministrazione dell’ADISURC ha dichiarato di voler sollecitare la Regione affinché vi sia la predisposizione dei fondi già a partire da novembre, così da erogare quasi la totalità delle borse già in occasione della pubblicazione delle graduatorie definitive. Valuterà inoltre l’eliminazione del vincolo dei CFU programmato ad aprile e si impegna a far sì che l’aumento degli alloggi per studenti predisposto negli ultimi mesi dagli accordi con la Regione e le Università sia messo in atto quanto prima per far fronte alla grave crisi abitativa. Dichiarazioni che vanno in direzione di quanto auspicato dai manifestanti che, promettono, se non saranno rispettate continueranno a mobilitarsi.

 

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