NAPOLI – Pupetta Maresca, la prima ‘camorrista’, è morta a 86 anni nella sua casa di Castellammare di Stabia.

Nel 1955, quando aveva 20 anni uccise il mandante dell’omicidio del marito, Pascalone ‘e Nola.

Su di lei – della vicenda riferiscono Il Mattino e Metropolis – fu anche girata una fiction dove a interpretarla fu Manuela Arcuri. Era comparsa in un processo l’ultima volta quando tra le prove fu portata una lettera a un imprenditore nella quale chiedeva un posto per il figlio e spiegava di essere stata rovinata dai pentiti.

“Ho pagato con lacrime e affanno le mie scelte. La prima volta perchè l’uomo a cui ho sparato avrebbe fatto lo stesso con me. Cosa dovevo fare, farmi uccidere? Ero incinta. Mi veniva incontro con il braccio teso e la pistola in pugno. Con lui c’erano i suoi killer. Io mi sono difesa”. Così Pupetta Maresca si raccontava il giorno dopo la messa in onda della prima puntata della fiction il giorno dopo la messa in onda della prima puntata della fiction su Canale 5 il 7 giugno 2013.

“Ma il carcere che mi ha fatto veramente male è stato quando sono stata arrestata la seconda volta, per avere parlato di Cutolo che a quei tempi uccideva tutti i giorni – ricordava in quell’occasione – io urlavo nel carcere, per l’ingiustizia che avevo subito, quattro anni per aver detto che Cutolo era sostenuto dalla politica. E’ vero, l’ho minacciato di morte. Lui minacciava i miei fratelli e io avevo davanti agli occhi mio padre che piangeva. Crede che la camorra avrebbe mandato una donna a fare minacce in pubblico? Il mio è stato un impeto di rabbia, che ho pagato amaramente. Desidero ancora una carezza da mia madre, una carezza che – conclude – non ho mai avuto”.

“Adesso che è morta leggiamo sui social una sorta di glorificazione di questa donna che ha rappresentato uno dei simboli della camorra e della violenza sul nostro territorio. La mitizzazione dei boss come è già successo con Raffaele Cutolo va assolutamente evitata. Per questo riteniamo assolutamente necessario che i funerali di questa camorrista siano effettuati in forma privata e abbiamo chiesto al Prefetto e Questore di vietarli e vietare qualsiasi onoranza pubblica per Pupetta Maresca. Come ogni camorrista va dimenticata e disprezzata. Il paradosso ormai è che le attenzioni pubbliche e mediatiche che si dedicano alle vittime dei clan è infinitamente minore rispetto a quello destinato ai criminali e mafiosi. Un paradosso inaccettabile” dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

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