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Napoli

Pizzaiolo ucciso, tensioni a Mergellina nel corso dell’iniziativa in ricordo di Francesco Pio Maimone

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NAPOLI – Momenti di tensione a Mergellina nel corso dell’iniziativa promossa dal deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli che questa mattina ha deposto una corona di fiori in ricordo di Francesco Pio Maimone, il giovane pizzaiolo ucciso per errore da un colpo di pistola in seguito a una lite scoppiata per un pestone su un paio di sneakers della quale era assolutamente estraneo. Nel corso dell’iniziativa all’esterno dello chalet Agostino, luogo dove avvenne l’omicidio, alcuni parenti del testimone chiave, che quella sera lavorava presso lo chalet e ha ritrattato la sua versione in Tribunale venendo incriminato dal giudice per reticenza, hanno avvicinato il deputato insultandolo pesantemente e minacciandolo di morte.

“Di fronte all’arroganza e alla violenza della camorra non si deve voltare la faccia ma bisogna schierarsi dalla parte giusta. Per questo siamo venuti a Mergellina per deporre dei fiori e per chiedere giustizia per Francesco Pio Maimone, proprio nel luogo dove fu ucciso. Lo abbiamo fatto all’indomani della vigliacca ritrattazione della testimonianza chiave che potrebbe inchiodare l’assassino da parte di un lavoratore dello chalet Agostino che ha assistito alla tragedia e che è stato così incriminato dal giudice. Da un lato servono segnali forti nei confronti di chi è connivente e tutela i camorristi, dall’altro dobbiamo far sentire la vicinanza delle istituzioni e della città alla famiglia di Francesco Pio Maimone”. Queste le parole del deputato Borrelli che insieme al consigliere della I Municipalità Lorenzo Pascucci e a Giovanni Sabatino Commissario Ente Foce Volturno, hanno portato dei fiori sulla scena del crimine. Nel corso dell’iniziativa anche la telefonata del padre di Francesco Pio Maimone che ha dichiarato tutta la sua amarezza per quanto accaduto in Tribunale.

“A Mergellina da anni esiste un sistema di illegalità diffusa che costituisce terreno fertile per crimini gravi – ha aggiunto Borrelli – e lo stesso chalet Agostino ne è una prova illuminante: una struttura saldata al corrimano del lungomare con occupazioni probabilmente abusive di fioriere, musica ad alto volume fino al mattino con frequentazioni assidue, come ammesso anche oggi dai parenti del testimone, da parte di criminali. Questi luoghi vanno chiusi, come accaduto per il locale di piazza Municipio all’esterno del quale fu ucciso Giovan Battista Cutolo. Non dobbiamo consentire alla camorra di allontanare la verità sull’accaduto soprattutto dopo che molti testimoni sono stati minacciati pubblicamente e addirittura la sorella dell’assassino ha fatto un video in cui esaltava la mafia nonostante fosse agli arresti domiciliari, come ho già denunciato in Parlamento. Cambiare testimonianza è un atto indegno e vigliacco. Troppi i ‘non ricordo’ che rischiano di uccidere per la seconda volta Francesco Pio Maimone. Noi non lo consentiremo”.

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