NAPOLI – Sabato 26 febbraio il Comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo” darà vita ad una manifestazione a Largo Berlinguer per chiedere l’inizio del processo contro quel carabiniere fuori dal servizio che sparò al ragazzo per difendersi dalla rapina subita. La notizia è stata data attraverso dei manifesti affissi abusivi in vari punti della città segnalati da molti cittadini al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
“Il centro storico è tappezzato di questi cartelloni. La cosa che più colpisce è l’assoluta faziosità con cui vengono riportati i fatti: una persona non informata sull’argomento potrebbe credere che un bambino (un ragazzo di appena 15 anni) sia stato ucciso da un uomo delle forze dell’ordine senza motivo. Nessun riferimento al fatto che il Russo stesse compiendo una rapina armato di pistola (come dimostra anche la vignetta dove si vede una mano disarmata che lotta contro una mano che impugna un’arma). Per certa gente i nemici sono sempre lo Stato e le forze dell’ordine, mai i criminali.”- sono le parole di un cittadino rivoltosi a Borrelli.
“Si sono dimenticati di dire che era un baby rapinatore, che è morto facendo una rapina con una pistola (successivamente rivelatasi finta ma impossibile da capire al momento per le vittime) e che i suoi amici e familiari sfasciarono per ritorsione il pronto soccorso del Pellegrini e spararono contro la caserma dei carabinieri. Nessuno dovrebbe morire a 15 anni, neanche se ha scelto la strada del crimine. Quella strada, però, gli è stata mostrata ed indicata proprio da quell’ ambiente familiare e sociale in cui Ugo è cresciuto che ha spinto e spronato il ragazzo a diventare un rapinatore e che ha realizzato murales e altarini abusivi per glorificare questo modello di vita. Se Ugo Russo avesse ricevuto un altro tipo di educazione, se avesse avuto davanti agli occhi altri modelli di vita, non avrebbe fatto quella fine. Chi vuole giustizia si attivi affinché la criminalità e la delinquenza non vengano più considerate motivo di vanto e stili di vita a cui aspirare. Si attivi affinché boss, camorristi e rapinatori non vengano più santificati. Si mobiliti per manifestare anche per le vittime, e le loro famiglie, dei criminali. Solo in questo modo si possono salvare altri giovani da un amaro e triste destino” –ha commentato Borrelli.triste destino” –ha commentato Borrelli.

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