NAPOLI – Partiranno tra poche ore per raggiungere l’Antartide i quattro studiosi dell’Università Parthenope che parteciperanno alla missione di quest’anno a bordo della nave rompighiaccio Laura Bassi, destinata alla ricerca.
Un ambito di studio che vede impegnato l’Ateneo campano da oltre trent’anni, nell’ambito del PNRA, Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e coordinato dal CNR per le attività scientifiche e dall’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per l’attuazione operativa delle spedizioni.
Pasquale Castagno, Yuri Cotroneo e Giovanni Zambardino del Dipartimento di Scienze e Tecnologie e il prof Pierpaolo Falco, anch’esso del DIST ma appena approdato all’Università Politecnica delle Marche, dopo aver ottemperato a tutti i protocolli anti-Covid previsti quest’anno, partiranno con gli altri colleghi italiani alla volta di Singapore per raggiungere poi Christchurch in Nuova Zelanda. Dopo i 14 giorni di quarantena obbligatori, raggiungeranno la ‘Laura Bassi’ che li condurrà in Antartide verosimilmente la notte della vigilia di Natale.
La destinazione finale dei ricercatori è il Mare di Ross dove per due mesi saranno studiati i mooring, i punti fissi di osservazione della variabilità oceanografica, del progetto MORSEA (Marine Observatory of the Ross SEA); anche se già durante la navigazione tra la Nuova Zelanda e il Mare di Ross verranno raccolti i dati attraverso la Corrente Circumpolare Antartica e saranno posizionati a mare diversi strumenti che continueranno a lavorare anche in assenza degli studiosi.
L’Università Parthenope è impegnata in queste missioni da oltre trent’anni, le attività dei ricercatori saranno seguite dall’Ateneo dal Direttore del Dipartimento, prof. Giorgio Budillon – in passato spesso protagonista di queste missioni – dalla prof. Giannetta Fusco e, per il supporto tecnico amministrativo, da Elvira Marrone, Imma Romagnuolo, Alessandra Avallone, Massimo de Stefano e Arturo de Alteris.
“L’Antartide è il laboratorio naturale del nostro Pianeta – ha raccontato il prof. Budillon, spiegando il significato delle missioni in Antartide – è l’unico posto della nostra Terra dove la presenza umana è ancora così ridotta. È anche il barometro naturale, il luogo adatto dove studiare ed analizzare le variazioni climatiche. Inoltre è un posto affascinante ed unico nel quale l’uomo si adatta con difficoltà, coordinandosi con una natura estrema e dove la temperatura invernale può arrivare a 80-85 gradi sotto lo zero”.

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