NAPOLI – All’inizio del 1500, Ludovico Ariosto scrisse i celebri versi “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto” per iniziare il suo celeberrimo poema cavalleresco L’Orlando Furioso. A distanza di oltre 500 anni, un altro romanzo torna a parlare di amore, guerra, gesta eroiche e audaci imprese, ma con un gusto che sa di attualità.

Principes è il romanzo d’esordio di Luigi Di Landro, già autore della raccolta di poesie Rumore, autore nato e cresciuto a Roma, ma originario di Maiori (SA), città alla quale è molto legato e che ricorda anche sulla copertina del libro con l’immagine di una ceramica di piastrelle artistica esposta nella città.

Una storia ambientata nel lontano Medioevo, un periodo da sempre considerato come gli anni più bui della ragione, ma nella quale è possibile ritrovare molto della società di oggi e tratti che richiamano la vita nella periferia delle grandi città, dove ogni quartiere è come un mondo a sé stante.

Nei pressi di un antico santuario etrusco, in un paese chiamato Rheginna, alla presenza del Lucumone Lucillo, giunge un giovane soldato della Confederata Guardia Rheginnese, turbato e innervosito da uno strano pensiero che non lo lascia in pace: Pietro, segretamente membro della Confraternita dei Principes, aveva incontrato Giovanni la mattina precedente e un suo vecchio pensiero lo assale…

Cercando di comprendere il significato di alcuni suoi sogni e dei limiti della sua coscienza, in lotta tra sé e sé per accettare se stesso in un mondo ottuso e complesso, sullo sfondo delle minacce di guerra di Re Sicardo, il milite si affaccerà via via in un mondo esoterico di cui sarà prima vittima, poi carnefice e, infine, redentore.

“Credo che in un periodo come quello che stiamo vivendo oggi, in cui tornano ad acuirsi lotte civili in difesa del diverso e del più debole, per contrastare da vecchi retaggi xenofobi e razzisti che continuano a farsi sentire, inneggiando spesso ad un passato erroneamente e volgarmente idealizzato, questo libro possa far riflettere sulle difficoltà che possono incontrarsi nell’accettare se stessi e nel farsi accettare. – Commenta l’autore Luigi Di Landro – Mi piacerebbe che questo romanzo fosse un modo per riflettere sul delicato equilibrio tra la propria volontà e l’aspettativa della società sul proprio modo di essere e comportarsi, e per comprendere l’importanza di rispettare la soggettività e la dignità di ogni individuo”.

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