NAPOLI – Le ultime stime diffuse dall’Istat prevedono che il 2020 si chiuda con una riduzione del prodotto interno lordo di circa l’8,9% e con un rimbalzo del 4% nel 2021. Un crollo, quello di quest’anno, dovuto principalmente al calo della domanda interna (-7,5%) che dovrebbe recuperare un 3,8% nel corso del prossimo anno.

Nel terzo trimestre del 2020 il Pil italiano ha fatto registrare una ripresa del 15,9% di cui hanno beneficiato tutti i principali settori economici. Nonostante il miglioramento dei ritmi produttivi non abbia comunque permesso il recupero dei livelli pre-crisi.

Sulla difficile situazione economica è intervenuto il presidente della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo e numero uno della Bcc Napoli Amedeo Manzo: “Il credito bancario è necessario al rilancio dell’economia, ma non può essere uno strumento soltanto di carattere algoritmico, arido.

Noi abbiamo bisogno di Speranza…una speranza che naturalmente deve essere “sostenibile”, dove il termine sostenibile significa bancabile e quindi deve diventare pratica, concreta, erogabile, finanziabile.

Ma se seguiremo le attuali regole di carattere europeo, ciò resterà soltanto utopia”.

Le previsioni economiche autunnali dell’Unione europea fotografano per il nostro Paese una situazione ancora più critica di quella evidenziata dall’Istat. Secondo le stime comunitarie, il Pil italiano dovrebbe diminuire del 9,9% nel 2020 (l’1% in più di quanto previsto dall’istituto di statistica nazionale) per poi rimbalzare del 4,1% nel 2021. L’Ue stima inoltre che nel 2022 il prodotto interno lordo italiano dovrebbe continuare la sua corsa a rialzo, raggiungendo un ulteriore +2,8%, che però non gli permetterebbe di tornare ai livelli pre-Covid.

“A mio avviso, va seguito il modello del “Rating Umano”, quella filosofia creditizia che tiene presente sicuramente della “sana e prudente gestione”, dell’attenzione alle “regole del buon senso”, alle garanzie ,ma non solo patrimoniali.

Ma è altresì vero che c’è bisogno di dialogo, che si tenga presente il rapporto con la gente, della centralità delle persone e quindi dell’esigenza di attingere informazioni anche sull’iniziativa, sulle aziende,sulla storia delle clienti, che non sono numeri bensì persone, sul loro programma, sul “business plan” e le loro prospettive e non si fermi all’arida decodificazione di numeri.

L’ attuale modello fatto di solo formule, algoritmico, porterebbe alla fine dell’Europa, dell’Italia, della Campania e di Napoli.

Io penso che, invece, il “Rating Umano” sia una strada importantissima, decisiva per il rilancio della nostra economia in costanza di Covid.

Il consumatore ha certamente bisogno di efficienza, di digitalizzazione ma anche di umanità “

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