NAPOLI – Il Partito Animalista in riferimento alle ultime News su Animali e Coronavirus, Dice Basta al pericoloso e infondato allarmismo da talk show

Gira oramai in rete da ieri, e nell’opinione generale, un evidente allarme per le dichiarazioni di alcuni media, alimentata da pochi noti scienziati, per una remota (ma nemmeno provata) possibilità che dagli uomini il virus possa tornare agli animali, nel caso di specie animali domestici, e “forse” ritornare a noi. Lasciando però la possibilità di intendere, per chi (non gli scienziati) possa essere in malafede o voler creare fake news, come gli animali siano pericolosi e possano trasmettere il coronavirus.

Stiamo Tranquilli e diffidiamo delle informazioni male interpretate e riproposte anche da chi vuol fare notizia.

I FATTI, e cioè quanto la comunità scientifica dichiara dai suoi massimi organi. Oltre all’OMS, anche l’Istituto Superiore della Sanità, fonte ufficiale, ribadisce che “non esiste alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica di Sars-Cov-2 che riconosce, invece, nel contagio interinano la via di trasmissione”.

Insomma va ricordato l’allarme e allarmismo nasce, e nascerebbe, dal fatto che su oltre 7 miliardi (tra qualche tempo 8) di abitanti, nonché miliardi di animali sul Pianeta, uno o un paio di presunti casi (!!) tutti da accertare e verificare facciamo scattare la paura collettiva.

PASSIAMO ANCORA AI FATTI, quelli veri. Come riporta con una certa puntigliosità anche il giornale Il Mattino: “La storia si svolge ad Anzio, in provincia di Roma, e le autorità sanitarie della Regione Lazio stanno indagando: un uomo, che abitava solo, è risultato positivo a Covid-19. A causa delle sue condizioni, è stato ricoverato, ma prima di andare in ospedale ha chiesto a una coppia di vicini di dar da mangiare al gatto che restava solo. Purtroppo, dopo pochi giorni, anche i due vicini si sono ammalati, positivi al tampone. Ora si sta svolgendo, come si fa in casi come questi, una meticolosa indagine epidemiologica. Si vuole comprendere se il contagio dei vicini sia avvenuto per canali indipendenti,se al contrario ci sia stato un contatto con l’uomo che per primo si è infettato, se il coronavirus sia rimasto sulle superfici dell’appartamento”.

ABBIAMO ANALIZZATO I FATTI, per dire chiaramente le cose come stanno e ribadendo come, dichiara la scienza: “non esiste alcuna evidenza che cani o gatti giochino un ruolo nella diffusione epidemica di Sars-Cov-2 che riconosce, invece, nel contagio interinano la via di trasmissione”.

Una preghiera però agli scienziati. Non stiamo, oggi non è il caso, come una certa scienza (anche eminente e ancora quotidianamente presente nei talk show) pochi giorni prima dello scoppio dell’emergenza dichiarasse come in Italia non vi fosse alcuna diffusione del Coronavirus, anzi invitando ad uscire e non usare le mascherine.

Non contestiamo, ancora, come possano far danni maggiori del virus presunte ipotesi che il virus si possa trasmettere nell’aria, che le donne possano essere le prima a tornare al lavoro perché più resistenti al virus (ergo qualcuna so potrebbe libera di uscire non rispettando il lockdown), o come addirittura bisognerebbe stare ad oltre 8 metri di distanza per non essere contagiati. Ergo chiudersi in un bunker o buttare un figlio fuori di casa? Non parliamo poi di altri che vorrebbero il lockdown sino all’estate, forse ignorando come l’emergenza Covid-19 giorno per giorno sta diventando un allarme sociale, dove alcune famiglie rischiano non di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, ma forse alla fine della settimana. Non è il momento, per ora, delle polemiche, ma di dare la parola e riportare solo i fatti.

Insomma preghiamo la scienza, anche quella che “cogliendo la palla al balzo” per voler riprendere in maniera massiva la vivisezione che (però come animalisti) combatteremo senza quartiere, di capire che l’opinione pubblica è sensibile, impaurita e che anche opinioni personali, possibili, remote che forse si direbbero ad un convegno di scienziati, detto “ai quattro venti” possono invece creare un pericoloso e infondato allarmismo, che pare stia diventando da talk show.

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