Concorso-al-Comune-di-Napoli

NAPOLI – Un appello alla Regione Campania per un maggiore coinvolgimento delle categorie produttive nella definizione dei provvedimenti che adottino misure restrittive delle attività. La commissione Commercio e Attività produttive, oggi presieduta dal consigliere Marco Gaudini, ha raccolto oggi la richiesta dei rappresentanti delle principali associazioni di categoria nel corso della riunione dedicata al tema delle decisioni assunte nel periodo dell’emergenza per il Covid-19. Assenti l’assessore regionale al Commercio e la Camera di Commercio, è intervenuta l’assessora al Commercio e alle Attività produttive del Comune Rosaria Galiero, che ha condiviso l’opportunità di un confronto su questo tema, ricordando che i dati della diffusione del contagio indicano la necessità di adottare ulteriori decisioni. Senza alcuna polemica, ha detto, va registrata la mancanza di sinergia nell’adozione dei provvedimenti urgenti che incidono sulle attività economiche, che richiederebbero invece programmazione e organizzazione. Chi assume decisioni è l’Unità di Crisi regionale, in cui il Comune non è presente, ma dove siede un rappresentante dell’Anci Campania. Più volte è stato fatto presente che sarebbe opportuno avere un momento di confronto anche con i sindaci, e in particolare con il sindaco di Napoli, oltre che con le categorie produttive. E questo proprio per consentire di mettere in piedi misure efficaci e sostenibili, verificando settore per settore le necessità. Pasquale Russo della Confcommercio Campania ha ringraziato l’Amministrazione per la sensibilità manifestata durante la pandemia. L’assenza oggi di rappresentanti della Regione e della Camera di Commercio, ha dichiarato, è segno di un totale disinteresse al confronto e all’ascolto di chi può fare da cuscinetto con le imprese. Già da tre settimane la Campania è interessata da provvedimenti restrittivi che hanno dato vita a un lockdown “di fatto” e non hanno prodotto effetti positivi, ma solo un diffuso stato di incertezza. Per questo, per mercoledì prossimo è stata organizzata una manifestazione nazionale in 20 città italiane, tra cui Napoli, per protestare contro i provvedimenti di chiusura e per esprimere la necessità che si intervenga per dare un vero sostegno alle imprese. I fondi, che pure ci sono, devono essere spesi bene, cosa che finora non è avvenuta. Le proteste di piazza di ieri creano preoccupazione, perché dimostrano che nelle pieghe del malessere si insinuano presenze che mirano solo a creare problemi di ordine pubblico, e in questo le associazioni possono fare da collettori e contribuire a smussare la rabbia. La Confcommercio Campania rappresenta 30mila imprese, e nonostante questo non è mai convocata ai tavoli, anche se sono state inviate proposte scritte come l’utilizzo della norma del “Decreto rilancio”, che consente alle Regioni e alle Camere di Commercio di intervenire per stanziare risorse a sostegno del personale in servizio. Teresa Guarino della Confartigianato ha ribadito l’effetto negativo dell’incertezza causata da provvedimenti sempre nuovi e diversi da quelli nazionali. Se il Comune deve fare la sua parte per le proprie competenze, la Regione dovrebbe allargare il tavolo di confronto, evitando quello che ormai sembra un lockdown anticipato. Riccardo Barone della Claai Napoli ha riconosciuto che l’emergenza accelera di giorno in giorno e che occorre correggere l’ascolto e mantenere un tavolo di dialogo aperto. Se il settore artigianale in senso stretto non ha subito chiusure, il problema maggiore è ora quello dei ristoratori. Si assiste, invece, alla difficoltà ad adottare provvedimenti economici senza i quali non si possono decidere chiusure. In questo senso ci si attendeva una delibera rispetto alla Tari che eliminasse il residuo del 25 per cento; bisogna trovare le risorse per dare seguito a quella che è stata un’ottima iniziativa. Il consigliere Nino Simeone (Misto) ha ricordato i tavoli di concertazione attivi in Regione. Pur condividendo che il problema per le categorie produttive esiste, ha ricordato che le limitazioni alle attività si fanno in tutte le regioni e grandi città. Nel nostro territorio si registrano numeri molto alti di contagi, dovuti soprattutto ai trasporti, alla scuola e ai punti di aggregazione dei cittadini. Se nel primo settore il problema è atavico per questioni infrastrutturali e del personale, nella scuola sono stati fatti investimenti, forse sbagliati, ma decisi dal Governo. C’è poi il problema “movida”, sul quale si registra una mancata partecipazione di molti esercenti a verificare il corretto approccio dei clienti alle misure di igienizzazione personale. Va poi chiarito cosa fa il Comune rispetto ai tributi locali. Giovanni Piombino, dello staff dell’assessorato al Commercio, ha ricordato il ruolo di informazione e di ascolto degli operatori svolto dagli uffici del settore commercio e dall’assessorato al fine di sciogliere i dubbi interpretativi derivanti dal sovrapporsi di norme nazionali e regionali. Il Comune ha messo in campo delle agevolazioni per le aziende; ad esempio, per i mercati su strada è stata attuata la riduzione della Cosap fino al 15 ottobre, mentre per i pubblici esercizi le agevolazioni arrivano al 31 dicembre, con le risorse nazionali che vanno a coprire il fondo. Per la Tari è stata adottata la riduzione per i periodi di chiusura delle attività dovute all’emergenza, decurtando dalla tariffa la quota variabile legata alla produzione del rifiuto e prevedendo lo slittamento delle rate di scadenza. Nel dettaglio, comunque, sarà opportuno ascoltare l’assessore al Bilancio e gli uffici competenti per conoscere quali sono le misure adottate.

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